Roby Guerra (inedito)
L’Homme Robot
Psicanalisi del futuro come arte
terapia
1. Depressione o disadattamento negli
anni duemila?
Il dubbio è un falso problema: la
cosiddetta depressione è in realtà disaddatamento. Ulteriormente
essa stessa o esso stesso nel Novecento fu-furono soprattutto
battezzati Male Oscuro (letterati come Berto), angoscia grave,
nevrosi, disturbo bipolare da filosofi esistenzialisti o psichiatri e
psicologi e psicanalisti.
Le cosiddette malattie mentali
strettamente dette, schizofrenia, psicosi, paranoia, pur spesso
mixate con le sindromi cosiddette minori non ncesssariamente
cliniche, in genere erano e sono davvero malattie mentali e-o
cerebrali come classificava la vecchia psichiatria, pur ovviamente,
ai giorni nostri in quadri assai più complessi, dopo le neuroscienze
stesse.
Va da sé noi applichiamo ora – se si
vuole – una specie di Rasoio di Occam.
Quando parliamo di depressione o
disadattamento, pur ammettendo molte e fin troppe spiegazioni
storiche che a volte hanno sfiorato quella che secondo noi è
l’essenza del discorso, quindi anche attingendoci liberamente, in
primis comunichiamo subito stupore per gli altrettanti troppi rami
interpretativi sviluppatisi senza vedere il Reale persino flagrante.
E la questione dribbla intenzionalmente
dinamiche soggettive o collettive, in quanto la causa prima della
cosiddetta depressione contemporanea ha solo secondariamente a che
fare con qualsivoglia psicologia intrapsichica o sociale, almeno in
certo senso: da un pezzo è sotto gli occhi di tutti, né –
nell’era dell’alfabetizzazione, persino digitale dopo Internet,
per scoprirla servono acceleratori di particelle o lauree
specializzate 100 volte, tantomeno master.. prolungati per anni
post laurea presso le diverse scuole di psicanalisi o psicologia.
Sia ben chiaro, tutti percorsi creativi
e interessanti e certamente già sulla via della scoperta.
Eppure alcuni secoli fa è successo
qualcosa, ci pare, a partire da un certo Galileo che ha cominciato a
rivoluzionare la conoscenza del Reale e a modificare l’ambiente
sociale, in precedenza non tanto dissimile dalla crocifissione di
Gesù Cristo… Poi ci fu la rivoluzione industriale, dal secondo
novecento la rivoluzione elettronica. Nel frattempo in tale divenire
e evoluzione sociale, il mondo è letteralmente cambiato: la
tecnologia, piaccia o meno si è imposta ovunque nel supposto mondo
libero (ma anche sebbene al servizio di sceicchi o capitribu o
dittatori nei paesi cosiddetti sottosviluppati).
Pochi si sono domandati, pur
consapevoli dell’evoluzione tecnologica e sociale, in che modo si è
trasformata – e già processo storico in corso da alcuni secoli- la
mente umana: tranne più o meno lateralmente gli uomini di scienza,
alcuni artisti e scrittori (ad esempio scrittori di fantascienza);
tranne naturalmente i nemici moderni storici della tecnologia o del
capitalismo industriale, comunisti e recentemente ambientalisti
credenti in trasformazioni della mente umana soprattutto negative, interpretazioni ai limiti della patologia mentale come ad esempio la
demonizzazione più recente ambientalista contro le multinazionali
dei farmaci. Ambientalisti di 50 anni magari che sopravvivono ancora
proprio grazie ai farmaci contro l’influenza o altri prodotti dalle
Multinazionali!
Costoro, in ogni caso, quantomeno hanno
percepito in profondità la mutazione in corso della mente umana per
effetto della rivoluzione scientifica, industriale, elettronica…
Costoro in controluce esemplificano la
patologia depressiva di cui discorriamo, sono casi concreti,
documentati, verificabili tutti i giorni, captati da relativamente
pochi , sceinziati sociali e scienziati puri stessi, e futurologi,
che hanno centrato il problema.
Perché ad esempio la crisi
contemporanea apparentemente di ardua ancora soluzione a livello
socioeconomico?
Perché la crisi dei valori
contemporanei con la diffusione e il ritorno di certo irrazionalismo
religioso o new age, nonostante gli sviluppi comunque sbalorditivi,
sotto gli occhi di tutti, della Tecnologia e della Consoscenza
scientifica?
Evidentemente esiste un nesso non
banale ma fondamentale..
Secondo Voi se una scimmia pilota
manualmente una astronave che succede?
Bisogna ritornare semplicemente a
Darwin: il mondo creato dalla scienza e dalla tecnologia, piaccia o
meno equivale alla Terra che ha incontrato il Pesce quando –per
qualsivoglia motivazione casuale o se si è credenti – disegno
divino – uscì dall’acqua, appunto sulla terraferma: e per
sopravvivere fu costretto o desiderò (se siete poeti o mistici)
trasformarsi in Anfibio. Altrimenti si sarebbe estinto o
semplicemente Depresso per tutto il suo ciclo biologico…
Appunto: sia a livello soggettivo che
collettivo, oggi nasciamo in un mondo informatico creato dalla
scienza e siamo invece educati a viverlo ancora come se fossimo
scimmie, semplicemente uomini del passato prescientifico: dinamica
storica che vediamo e che deve essere vista in senso sistemico (con
noioso linguaggio tecnico) o meglio globale: mentre invece da un
pezzo al massimo anche pur riconoscendo il nuovo binario e il nuovo
treno necessario ci si limita a cambiare qualche vagone o la
locomotiva o anche il binario, ma non l’intera ferrovia necessaria,
binario e treno incluso.
L’effetto radicale e totale non
parziale di secoli di rivoluzione scientifica, industriale,
elettronica hanno trasformato la mente umana: il mondo esterno
sociale è una macchina funzionante in base a regole, leggi, valori
piu o meno taciti scientifici. Ma le nostre menti? Pur già
programmate per forza di cose e di interfaccia fin dalla nascita con
l’ambiente esterno siffatto, fin dai vagiti sono come inquinate da
valori preesistenti scientifici, dai valori religiosi o filosofici o
politici o economici su cui ancora la maggioranza delle persone
costruiscono il proprio Io o Sé.
Si pretende di vivere nuotando sulla
Terraferma!
In principio invece i valori
scientifici che esistono eccome: alcuni nel Novecento hanno captato
eccome la trasformazione della mente umana: citiamo soltanto alcuni
sociologi e scienziati anche outsiders rispetto alla comunità
sociologica e scientifica convenzionale stesse, pur, sia ben chiaro,
nientaffatto dei Guru o degli Incompresi, anzi soprattutto alla luce
dei tempi recenti, parecchio accreditati. Ovvero Marshall McLuhan,
Alvin Toffler e lo stesso almeno parzialmente (un poco troppo
positivista ancora) Jacques Monod. Ma già prima di loro, proprio in
ambito psicologico sebbene fortemente intriso in questi casi di
letteratura, proprio Freud e anche Jung (quest’ultimo in dinamiche
ancora più complesse e ancora parzialmente cripitiche)
McLuhan, persino è stato forse il
primo in assoluto ad analizzare la storia della mente umana nelle sue
trasformazioni per effetto della tecnologia, dalla pietra levigata al
computer! Toffler in un paio di famosi bestsellers, Lo shock del
futuro e La Terza Ondata ha praticamente diagnosticato la tecno
depressione contemporanea ante litteram, al suo stato nascente,
prevedendone anche certi sviluppi se la societù non si fosse
adattata alla nuova era nascente informatizzata. Monod nel Il Caso e
la Necessità, almeno potenzialmente ha spiegato già quasi il salto
nel vuoto della specie umana nel suo tentativo puramente intuitivo,
non guidato dalla conoscenza scientifica, di adattarsi al nuovo
ambiente tecno scientifico. Molti anni prima, Freud aveva ben
identificato la sanità mentale con lo spirito scientifico… e Jung
a modo suo aveva ben dimostrato il ruolo attivo del Passato (che
chiamava sistemicamente Archetipo, ovvero tutte le Credenze
pre-scientifiche ) a livello psicosociale nel Presente, ruolo da
decifrare per adattarsi alla modernità.
Sia ben chiaro, siccome l’espressione
adattamento è mediaticamente compromessa (nel Novecento e non solo
s’intendeva e si intende ancora… adattarsi al mondo dominante
economico per il migliore successo economico…) la si intenda d’ora
in avanti in senso appunto conoscitivo scientifico, creativo e
libero!
Ecco, noi poniamo al centro di quella
che riteniamo possa essere soltanto una psicologia terapeutica come
arte per – come già ben specificato- casi non necessariamente
clinici, ma di disagio esistenziale –aggiungiamo elettronico-
nell’0dierna era del computer per maggiore chiarezza – proprio
l’assenza individuale (ma anche sociale su scala macroscopica-si
veda la parte 2 di questo lavoro) di decente conoscenza scientifica,
non tanto in senso tecnici stico, ma spirituale, ovvero semplicemente
mentale: Come causa primaria della cosiddetta Depressione o di certo
costante Disagio esistenziale e mentale. Come un computer i nostri
sistemi mentali sono generalmente da aggiornare, fermi ancora al
windows 98 quando va già benino, nell’etù di Windows 7 0 8…ecc.
Naturalmente, e questa la straordinaria
sfida terapeutica, ogni soggetto (e popolo) ha comunque una sua
configurazione unica, pertanto, quando si parla di conoscenza
scientifica, s’intenda anche la conoscenza cosiddetta religiosa o
genericamente pre-scientifica. Quel che non funziona, in questi casi
(ma sono a ben vedere la maggioranza) è il registro di sistema quasi
in crash. Esso va rigenerato con un programma appropriato, vale a
dire il paradigma scientifico in quanto spirito o filosofia generica
scientifica. E così via.. Alla fine come si vedrà nella parte
stessa 2 accennata, emergerà pur in una visione globale prossima
alla società scientifica e della conoscenza promossa o immaginata
dagli uomini di scienza, dai positivisti stessi storici a magari gli
stessi Bertrand Russell, Julian Huxley o lo stesso Karl Popper (certo
Umanesimo scientifico tanto per citare a titolo puramente indicativo
alcuni “classici”), una prospettiva multipla e plurale,
nuovamente solida anche se dinamicamente, oltre l’attuale abusata
società liquida o relativista paradossalmente assoluta che ha quasi
legalizzato e accettato la Depressione (se non peggio..) come
Normalità.
Se si vuole, come liberi software
optional mentali e letteralmente cibernetici o logonici, per dirlo
con lo stesso Silvio Ceccato (un altro che captò bene la mente dopo
la scienza e la tecnologia), emergeranno almeno due nuovi bordi
solidi per il Sé umano contemporaneo, in mezzo infinite sfumature:
da un bordo quello neoconservatore, basato non su una somma casuale
passato e per cosi dire Futuro, conoscenza pre-scientifica e
conoscenza moderna e scientifica, ma una specie di remix a partire
magari da religione e certa filosofia; dall’altro viceversa quello
neoprogressista con la conoscenza strettamente scientifica in primo
piano. Entrambe modulazioni del Sé personale e sociale di pari
dignità conoscitiva e complementari
CONTINUA