L'Inter tiene alto il nome dell'Italia in Europa e dopo le eliminazioni di Roma e Milan è l'unica a qualificarsi per i quarti di finale di Champions League. Clamorosa "remuntada" a Monaco dei nerazzurri che battono 3-2 ed eliminano il Bayern, il gol decisivo di Pandev a due minuti dalla fine. Leonardo, dovendo rinunciare all'ultimo minuto al febbricitante capitan Zanetti, si affida a centrocampo a Thiago Motta, con Pandev al fianco di Samuel Eto'o. Giusto il tempo di osservare un minuto di silenzio per le vittime del terremoto in Giappone e l'Inter passa in vantaggio: dopo due minuti proprio il camerunense sfrutta un passaggio filtrante del compagno di reparto per firmare il gol dell'1-0 che riporta totalmente in equilibrio le sorti dell'eliminatoria. I nerazzurri sembrano in serata, giocano con grande personalità e vanno vicini anche al 2-0 con Pandev che non aggancia in area. A dare una grossa mano al Bayern ci pensa però nuovamente Julio Cesar che, con ancora sulla coscienza il gol dell'andata, commetta una papera ancor più evidente, regalando a Gomez la palla del pari, dopo un tiro senza troppe pretese da fuori di Robben. Il portiere brasiliano poco dopo si riscatta parzialmente sull'olandese ma alla mezz'ora deve raccogliere un altro pallone in fondo alla sua porta: Motta, sfortunato, di fatto concede con una deviazione un assist a Muller che firma il pesantissimo 2-1 che cambia totalmente la situazione. L'Inter, che avrebbe bisogno di altri due gol, barcellona e non va al tappeto solo perchè gli avversari la graziano: Ribery si fa ipnotizzare da Julio Cesar, Ranocchia in qualche modo manda sul palo una palla di Gomez che danza sulla linea di porta ed allo scadere anche Robben partecipa al festival delle occasioni sprecate, calciando da due passi sull'esterno della rete. Nella ripresa, Leonardo si gioca la carta Coutinho, sbilancia ovviamente la sua squadra con un "4-2 e fantasia" e la mossa dà i risultati sperati: dopo due mischie su calcio d'angolo è Sneijder a fare il 2-2, su sponda di Eto'o, con un gran diagonale dal limite. Il Bayern di colpo torna a vedere i fantasmi, perde l'acciaccato Robben e inizia a difendersi ad oltranza. Pandev per due volte va vicino al terzo gol che vorrebbe dire quarti di finale, sfiorando prima la traversa e poi il primo palo. Anche Sneijder, dopo due contropiedi tedeschi non capitalizzati, prova a completare la rimonta ma non ha più fortuna del macedone, che a dieci minuti dalla fine si sostituisce anche a Kraft ribattendo una conclusione a botta sicura ancora dell'ex Real Madrid e Ajax. L'impresa però è nell'aria e quando al termine mancano solo due minuti proprio Pandev si rivela il match winner, con una fantastica conclusione sotto la traversa. Il recupero sembra non finire mai ma alla fine i nerazzurri possono festeggiare un'impresa storica.
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Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...