Palermo, martedì 15 marzo 2011
«Nell’intermediazione clientelare prolifera
un rapporto perverso tra eletti ed elettori»
Lo Giudice: «Inapplicati i codici
etici di cui si sono dotati i partiti»
«Ritengo inopportuno che, avendo subito una condanna
per appropriazione indebita, si possa ricoprire
una carica politica, a qualsiasi livello»
PALERMO – Il parlamentare di Alleanza per l’Italia Giuseppe Lo Giudice, Vice Presidente della Commissione Sanità all’Assemblea regionale siciliana, interviene sul dibattito politico suscitato dall’inchiesta sulle mazzette nel settore del fotovoltaico
«Nell’intermediazione clientelare prolifera un rapporto perverso tra eletti ed elettori. Circolano molti procacciatori di prebende per i quali la politica è una sorta di riffa in cui si deve «vincere» qualcosa. E’ avvilente, ma è così.
Ci sono due modi di fare politica: uno è la ricerca del consenso, sempre e comunque, anche quando sai che il problema che ti viene sottoposto è contro «l’interesse collettivo»; l’altro è l’elaborazione e l’attuazione di politiche che, partendo dalle esigenze dei singoli, offrono risposte generali.
Non c’è una via di mezzo. E se c’è, questa via di mezzo coincide con la «palude», il compromesso, una condizione di mediazione che il più delle volte non risolve i problemi ma li sospende, e dunque li lascia irrisolti.
I codici etici di cui si sono dotati molti partiti rimangono spesso inapplicati. Ritengo, per esempio, inopportuno, come invece accade, che avendo subìto una condanna per appropriazione indebita, si possa ricoprire una carica politica, a qualsiasi livello»
Assemblea Regionale Siciliana
On. Giuseppe Lo Giudice