Il sindaco di Firenze: "Accetto tutto ma non di avere la ramanzina quotidiana dei professionisti della sconfitta. Gente che è in parlamento da più di 20 anni, e che, quando si misura in competizioni elettorali, viene doppiata dall’avversario"
Firenze - Da quando aveva detto di voler mandare a casa i vecchi dirigenti del suo partito, il Pd, per dare spazio a una nuova classe dirigente, è famoso come il "rottamatore". Matteo Renzi, sindaco di Firenze, sa bene di avere contro quasi tutto l'establishment democratico, specie dopo la visita che ha fatto ad Arcore, per parlare con il presidente del Consiglio della legge speciale (promessa tempo fa dal premier) per Firenze. Renzi va avanti a testa bassa. E, ancora una volta, attacca quei dirigenti del partito che, a suo dire, hanno più demeriti che meriti.
No ai professionisti della sconfitta "Io accetto tutto - dice Renzi nel corso del consueto appuntamento degli auguri di fine anno con i giornalisti -. Ma non di avere la ramanzina quotidiana dei professionisti della sconfitta. Gente che è in parlamento da più di 20 anni, e che, quando si misura in competizioni elettorali, viene doppiata dall’avversario, prima di parlare del Pd di Firenze dovrebbe in qualche modo contare fino a dieci".
Professionisti della sconfitta Ai cronisti che gli hanno chiesto se il suo era un riferimento al risultato della senatrice Anna Finocchiaro alle elezioni regionali del 2008 in Sicilia, Renzi ha risposto: "Non faccio riferimenti a nomi e cognomi", ma "ci sono dei professionisti della sconfitta, a Roma come in tante altre parti del nostro Paese, che continuano a spiegarci cosa dobbiamo fare per vincere...
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