Piero Lipara: Silvio, il vero futurista

 

Silvio, il vero futurista

 
di Piero Lipera
 
E' vero, non avrà la stessa tensione spirituale di Luigi Sturzo, non avrà la stessa idealità di Martin Luther King, non avrà nemmeno la stessa forza del Mahatma Gandhi, ciò non di meno egli è un uomo della Storia della nostra Italia.

Un tycoon (ovvero un magnate e grande imprenditore), come lui stesso piace definirsi, che ha radicalmente innovato il nostro sistema politico.

Per carità, non tutto gli è venuto bene.

La tremenda legge elettorale - definita porcellum- che ha trasformato le assemblee elettive del popolo in meri consigli d'amministrazione, nei quali nominare amici, fan e parenti dei partiti, in Silvio vede uno dei massimi artefici.

Però i contributi positivi non mancano.

Primo fra tutti, egli - ben interpretando il nascituro quadro politico post tangentopoli - sdoganò la destra italiana, allora Movimento Sociale Italiano (MSI), scegliendo Fini quale candidato alle elezioni per la carica di Sindaco di Roma nel lontano dicembre del '93.

Da allora la Destra è ritornata, oltre che nel dibattito politico, anche nelle istituzioni. In quell'area, prima culturale e poi politica, milioni sono gli italiani che vi hanno vissuto. Il loro ghettizzamento non aveva più ragione d'essere.

Di lì a breve, intuendo il crollo dei vecchi partiti, immutati dal dopoguerra fino ai primi anni '90, fondò un movimento politico che subito schizzò in testa nella hit parade dei suffragi.

Bandiera italiana, spot elettorali, video comunicati, inno di partito e gadgets innaffiarono la più incerta ed elettrizzante campagna elettorale mai vista in Italia, almeno dai tempi dei referendum sull'aborto (1981) o sulla scelta fra repubblica e monarchia (1941).
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SEGUE: LIBERAMENTE  20 12 2010