Che diversi tagli siano stati fatti è vero, ma lo stesso Vasco Errani, che ha definito la crisi in corso epocale e strutturale, si guarda bene dal suggerire quali alternative secondo lui si sarebbe potuto intraprendere. In tali condizioni, infatti, di soluzioni se ne presentavano solo due: tagliare tutte le spese possibili o aumentare le tasse; e magari allora Errani avrebbe dovuto anche ricordare che il buon Prodi, nei sui 20 mesi, di tasse ne aumentò ben 67. Se quindi è vero che certi tagli sono dolorosi, e questo Governo non li fatti comunque sul welfare, è però altrettanto vero che in regione, ad esempio, vi sono ancora capitoli di spesa certamente meno prioritari rispetto ad un problema come quello del porto di Goro. Ad esempio, visto che circa l’80% del bilancio regionale è destinato alla sanità, perché non parlare allora della voragine di debiti in materia creatasi a Forlì, o del faraonico Ospedale di Cona che in termini di tempi di realizzazione e costi ricorda quelli della Piramide di Cheope di 4milacinquecento anni fa. E risulta poi così prioritaria l’Associazione emiliano romagnoli nel mondo o lo sono davvero i milioni di euro stanziati per i teatri come quello di Bologna? E ancora, è così fondamentale acquisire consistenti partecipazioni agli enti fieristici? Così, mentre la Regione appare più lontana ma le elezioni amministrative si fanno più vicine, i lavoratori di Goro restano ancora, sempre più in senso reale che metaforico: “con l’acqua alla gola”.
Mauro Malaguti – Consigliere regionale Pdl