Agenzia Radicale Futuristi e semantica folle dei media politici

george_orwell_animal_farm.jpgFuturisti" e le parole rubate

Oltre ai "ladri di verità" la politica ci regala veri e propri "furti di parola". Ne sanno qualcosa i Radicali, alle prese con una crisi d'identità da quando è diventato d'uso comune indicare come radicale l'estrema sinistra, massimalista e orgogliosamente comunista. Ben poca cosa, comunque, in confronto allo smarrimento provocato dal lemma "futurista", entrato a fare prepotentemente parte dello schizofrenico lessico della politica italiana.

 

Con esso ovviamente non si fa riferimento alla corrente artistica nata agli inizi del Novecento con il Manifesto, appunto, futurista o del Futurismo scritto da Filippo Tommaso Marinetti, tanto meno si pensa a suoi seguaci. Alla parola "futurista" oggi si associano, piuttosto, i nomi dei nuovi colonnelli di Gianfranco Fini: Granata, Briguglio, Urso, per esempio; per non parlare di Bocchino (peraltro, maldestramente evocativo di ben altra nobile arte).

 

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