L'Italia sarebbe il paradiso terrestre se non ci fosse Berlusconi. E dunque salviamo l’Italia dal suo unico, vero male, il Tiranno, al secolo Berlusconi. Capisco la politica che dice queste cose, rientra nella lotta e nella propaganda.
Capisco pure la gente di sinistra che ha bisogno di trovare un Mostro su cui scaricare i mali d’Italia e suoi personali, le amarezze e le frustrazioni della vita, menopausa inclusa. Arrivo a capire con qualche sforzo che lo facciano i giornali perché sono schierati, militanti e poi devono esagerare per vendere.
Ma che pena vedere gli storici sullo stesso piano. Ne cito due, di versanti opposti. Ernesto Galli della Loggia scrive un necrologio politico più che un editoriale dedicato al fu Berlusconi; ne parla come di un’esperienza finita con tratti che definisce addirittura agghiaccianti. Gli sfugge che la solitudine del premier è in compagnia di qualche decina di milioni di italiani.
Giusta la critica ai cortigiani e alle mezze calzette, legittima la sua critica politica al premier; ma si può celebrare un funerale senza aver visto come va a finire, in una situazione così incerta e con un Paese ancora largamente vicino a Berlusconi? No, lo storico ha fretta di far lo storico, e dunque di parlare del presente al passato, quindi sotterra ancora viva un’esperienza in corso. Professor Ernesto, la guerra è appena cominciata, non puoi già decidere tu come va a finire e celebrare il trigesimo di una forza in campo. ..