Ladystinta Mi sono persa qualcosa?

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Lo ammetto, non ho seguito le elezioni, eh, sì, lo so, le elezioni sono l’hobby italico per eccellenza e io sono in controtendenza.

 

Mi sono arrivate voci, pur avendo cercato di ignorarle in ogni modo, e alla fine un occhio a facebook ho dovuto buttarlo... Già, io ho seguito così – volente o nolente - le elezioni di molte città e comuni d’Italia, qualche paesello non sono nemmeno riuscita a posizionarlo sul tabellone del Risiko. Ho seguito quelle degli altri perché stavolta non toccava a me.

Lo giuro, quando è il mio turno riesco a essere partecipativa, vado a votare e il giorno dopo chiedo chi ha vinto. Potrei anche farne a meno, dove vivo io vincono sempre gli stessi, la festa dura qualche settimana e poi la gente torna a criticarne l’operato.

Perché votano sempre gli stessi se poi non ne sono soddisfatti? Ah, non saprei, sarà per abitudine!

 

Ma dicevo, perché una cosa ve la voglio raccontare, per quel poco che ho sentito, almeno: pare che Antonio Pennacchi, dopo aver fatto una figuraccia a Latina – l’ha detto lui e io mi accodo – tornerà a scrivere. Anzi, un suo vecchio nuovo romanzo sarà presto in libreria, no, non con quella casa editrice che gli fa politicamente schifo ma poi gli piace senza le elezioni di mezzo, esce con un’altra. Certo è un romanzo vecchiotto, ma prima di vincere lo Strega se lo filavano solo in famiglia, adesso abbiamo capito che è bravo e lo vogliamo in tutte le salse. Beh, no, non in tutte, la sua lista a Latina ha preso meno voti di me, quando m’hanno esclusa dallo Zecchino d’Oro.

 

Strana vicenda, se ci pensate. Pennacchi fa lo scrittore e in politica gli ridono dietro; Grillo fa il comico e in politica lo prendono sul serio. A questo punto viene da chiedersi se, con un sorrisino appena accennato, Pennacchi avrebbe preso qualche voto in più.

 

Dite che così si finiva a barzellette in stile Berlusconi? Ecco, anche Berlusconi, un altro che non è nato politico – nel senso che ha pure fatto un lavoro vero – e poi ha deciso di salvare l’Italia...

Se questo fosse un racconto d’ucronia, uno di quelli in cui l’Impero Romano è ancora vivo e vegeto, dove gli alieni salvano il Muro di Berlino e stramberie simili, si potrebbe pensare a cosa sarebbe accaduto se Berlusconi avesse dichiarato al mondo di volersi ritirare dalla scena pubblica appena dopo il voto. Dai, su, fate questo giochino...

 

Cosa si sarebbero detti gli esponenti di sinistra nei vari programmi televisivi? Come avrebbero motivato la scelta del voto a sinistra senza più il ritornello “leviamocelo dai piedi”?

A me la cosa incuriosisce molto, magari non sarebbe cambiato niente, ma ve li immaginate – destri e mancini – andare in tv a parlare davvero di politica? Ma lo sapranno ancora fare?

 

Eh, lo so, sto cianciando del niente, perché io non me lo vedo Casini privo della locuzione “siamo l’ago della bilancia” e Bersani smettere improvvisamente di urlare “è inaccettabile”, proprio come Di Pietro che la pianta di dichiararsi dalla parte della legalità in contrapposizione a Berlusconi.

Già, ma per ottenere questo scenario ucronico, Berlusconi avrebbe dovuto dichiararsi stufo di passerelle e lieto d’andarsene in pensione. Io fossi in lui lo farei, è il più grosso sgarbo che può propinare alla sinistra, a Fini, a Casini... che così la smette di barcamenarsi come può per stare sempre dalla parte di chi vince.

 

Dei grillini oggi non si può dire male, e non sarò io a farlo, spero solo non prendano la batosta di quello che al mattino rivede la tale che ha rimorchiato la sera prima: struccata e senza guaina contenitiva.

 

Non mi chiedete di Milano e Bologna, vi prego. Posso solo dirvi che a Milano pare che qualcuno voglia il minareto, a Bologna ha perso chi voleva far cascare le due torri. Dite che non è solo così? Eh, lo so, ma io ho spento la tv da qualche settimana. La riaccendo quando si sono messi tranquilli, ché loro sono lautamente pagati per incazzarsi, mentre io dovrei farlo a gratis.

 

 

D’istinti saluti

 

Ladystinta