La Mediolanum di Pisapia? Moschee e Rom al posto dell'Expo!

Milano, ecco la "cura" dell'ultrà Pisapia: case ai rom, nozze gay, tasse sull'auto

 
 
Milano Ci sono leghisti che da ieri la fanno girare come un vortice su Facebook. È la fatidica pagina 27, da sola racchiude tre concetti chiave del Pisapia-pensiero. E «se riusciamo a mandarla a cento amici a testa, magari assisteremo a un miracolo a Milano» scrive ad esempio uno dei colonnelli del Carroccio, Matteo Salvini che punta a diventare il vicesindaco di Letizia Moratti a Milano. Se la città funziona bene, scrive il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia che parte in vantaggio 48 a 41,5% nella sfida del ballottaggio, «ogni problema può essere risolto positivamente».

Non fa una grinza. «Riteniamo ad esempio - prosegue - che la realizzazione di un grande centro di cultura islamica che comprenda, oltre alla moschea, spazi di incontro e aggregazione possa essere non solo l’esercizio di un diritto ma anche una grande opportunità culturale per Milano». Per sapere quale fortunato quartiere avrà questa «grande opportunità» direttamente sotto casa non è dato sapere, Pisapia lo svelerà solo in caso di elezione (prima rischierebbe una rivolta dei residenti in cabina elettorale).

Proseguendo nella lettura di pagina 27, si scopre che anche nei confronti dei rom «è possibile fare passi avanti». Come? Per il problema della casa si può guardare ad esempio «alle esperienze di autocostruzione». Si riferisce probabilmente al caso delle villette abusive, ampiamente fotografate dalla polizia locale durante la giunta Moratti. Che solo nel 2010 ha sgomberato 152 campi nomadi irregolari, quasi uno ogni due giorni, e smantellato 28 abitazioni abusive segnalando i responsabili alla Procura. Terzo punto: «Sgravare i vigili da tutti i compiti di pubblica sicurezza».

Stop alle indagini nei quartieri cinesi o alle operazioni anti-contraffazione, torneranno solo a dirigere il traffico con la paletta, come ai bei vecchi tempi. Buona la 27, ma prima di andare al voto il programma è tutto da sfogliare. Insegna che «ci sono quartieri in cui si sono concentrate politiche fondamentalmente securitarie e repressive» e che «a furia di etichettare un quartiere o una periferia come luogo pericoloso e insicuro, lo si trasforma in ghetto, in una trappola da cui è difficile per chiunque uscire». Dunque «la prima cosa da fare, per dare subito un segno di cambiamento, è la revoca delle ordinanze inutili e dannose per il clima nei quartieri e per le attività economiche». Il sindaco del Pdl a fine 2008 ne ha firmate ben sei, c’era ad esempio quella contro l’acquisto di sostanze stupefacenti, la prostituzione in strada, l’abuso di alcol e specialmente tra i giovani.

Il centrosinistra presterà molta attenzione agli stranieri, e poiché Milano «deve essere una città in cui i diritti fondamentali (lavoro, salute, istruzione, libertà di culto, sicurezza) siano patrimonio di tutti gli abitanti, qualunque sia il loro luogo di partenza» il primo segnale per farli sentire veramente a casa sarà «coinvolgerli nelle decisioni politiche, riconoscendo il diritto di voto. Per i referendum e le altre consultazioni comunali, può essere introdotto con una semplice modifica dello Statuto». Pisapia, supportato dal leader di Sinistra e libertà Nichi Vendola, vuole costruire «una società più giusta e a misura di tutti» con «parità dei diritti e doveri per tutte le comunità affettive». CONTINUA

http://www.ilgiornale.it/interni/case_rom_e_tasse_sullauto_cura_dellultra_pisapia/19-05-2011/articolo-id=524040-page=0-comments=1