Il sindaco Matteo Renzi Enews 320, martedì 17 maggio 2011

Enews 320, martedì 17 maggio 2011

Newsletter quindicinale del sindaco di Firenze. Un modo per restare in contatto, per fare il punto della situazione insieme e per evitare di parlarsi solo con le interviste o in campagna elettorale. Chi gradisce può segnalare altri amici. Chi non gradisce può cortesemente farcelo notare: enews@matteorenzi.it

 

A. Italia. Le amministrative
Un imprevisto è la sola speranza e l'imprevisto riaccende il centrosinistra. Non facciamo troppi giri di parole. Alla fine del primo tempo (perché poi i conti si fanno al ballottaggio, è vero), il centrodestra perde in casa 3-1. L'idea che la capitale economica del Paese nonché capitale politica del centrodestra andasse al ballottaggio, per di più con la Moratti sotto di 6 punti, suonava poco credibile ancora fino a qualche giorno fa. Cosa è successo? dico la mia in otto telex.

  1. In questo ultimo anno il centrodestra ha rappresentato tutte le caratteristiche che Berlusconi Homo novus diceva di voler eliminare o combattere: risse interne, teatrino della politica, divisioni plateali, spaccature, calciomercato e cambi di casacca dei professionisti che chiedono posti in cambio di voti come dimostra l'assurda vicenda dei nove sottosegretari appena nominati. Ancora mi domando come un uomo capace di parlare alla pancia della gente come Berlusconi abbia sottovalutato la reazione di sdegno all'ennesima moltiplicazione delle poltrone. Il tutto dieci giorni prima del voto e abbia ceduto alla impressionate logica dello scilipotismo di massa. Ok, lo so, l'espressione “logica” accanto a Scilipoti non mi pare molto attinente, ma ci siamo capiti.
  2. La radicalizzazione dello scontro, tra un riferimento alle Brigate Rosse in procura e un siluro last minute nell'ultimo confronto tv, si è rivoltata come un boomerang per il PDL. La querelle Moratti-Pisapia su SKY è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma più in generale – diciamo la verità – basta mandare la Santanché tutte le sere in tv perché la sinistra si giochi concrete chances di tornare a vincere. Le persone sono stanche dei pitbull da talk-show, per fortuna!
  3. Nel frattempo l'agenda parlamentare non ha visto accadere nulla di particolarmente significativo. Eppure avremmo tanto bisogno di darci una scrollata per tornare a correre. Ma niente di niente. I leader romani hanno smarrito il contatto con la realtà che li circonda e non si rendono conto che fuori dalle loro sale ovattate c'è un popolo che vorrebbe parlare di giustizia civile e infrastrutture, di tasse e lotta alla burocrazia, di ambiente e innovazione. Non di bunga bunga e società offshore.
  4. Le creazioni dei media rimangono creazioni dei media. Buone ad alimentare il dibattito sui giornali che hanno bisogno della notizia. Ma non pervenute nella realtà. È il caso, innanzitutto, del Terzo Polo. Ha ricevuto molti editoriali, ma gli articoli di per sé non portano voti. E si è visto in quasi tutte le città. Casini da solo prendeva più voti del Terzo Polo tutto insieme: fossi il leader dell'Udc ci rifletterei.
  5. Analoga riflessione vale per lo strapotere della Lega, che sconta nella realtà le tante contraddizioni del suo essere partito di lotta e di governo. Signori, non si può essere rappresentati allo stesso tempo da chi dice fuori dalle balle agli immigrati e chi organizza loro le tendopoli dal Viminale, da chi dice federalismo e pratica centralismo, da chi dice basta agli sprechi e poi regala i soldi al comune di Catania per evitare il dissesto causato da mala gestio. A fare due parti in commedia, prima o poi, si viene scoperti...
  6. Per il PD, tutto bene Madama la Marchesa? Eviterei la discussione critica dei professionisti del giornodopismo e metterei da parte anche i toni trionfalistici. Oggi spunta un sorriso. E trattandosi di evento raro, eviterei di disperderlo subito. Quella di ieri è una prima vittoria. Non decisiva purtroppo. Ma una vittoria. E non è poco. Senz'altro qualcosa poteva essere fatto meglio, ma ora è bene concentrarsi sui ballottaggi e cercare di dare tutti una mano. Mi limito a segnalare che esce vittoriosa la linea di chi ha difeso lo strumento delle primarie: dove le primarie vengono fatte e non si benedicono i candidati in partenza, i risultati sono i migliori. Per carità, sarà pure un caso. Però spero che tutti ci riflettano...
  7. Ora però per piacere niente inciuci, intrighi, larghe coalizioni, sante alleanze. No, le ammucchiate no! I giochi alchemici di Palazzo lasciano il tempo che trovano. Per vincere occorre trovare un candidato credibile, con una storia vera e un progetto realizzabile. Tutto il dibattito sugli accordi con il Terzo Polo quasi come una sorta di riedizione del comitato di liberazione nazionale è noioso e autoreferenziale: stenderebbe anche un mammut. Proviamo a parlare di contenuti e sfidare gli avversari sulla politica. I numeri dimostrano che potremmo persino correre il rischio di vincere...
  8. Trionfo di Grillo ? Può darsi. Ma non ci prendiamo in giro. Per recuperare quei voti non importa apparentarsi con i grillini. Occorre riscoprire la fatica di fare proposte. Le tre parole chiave del movimento Cinque Stelle sono: costi della politica, sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica. Se il PD su questi temi diviene credibile, la partita si fa interessante. Io penso che dovremmo dimezzare il numero dei parlamentari, togliere il vitalizio ai consiglieri regionali, ridurre i costi della politica. Tocca a noi, possiamo farlo. Io penso che dovremmo investire di più sulla gestione del territorio, riscoprendo l'idroelettrico nei nostri fiumi, il solare e il fotovoltaico, l'eolico anche per le famiglie . Ma soprattutto smettendo di consumare territorio come avviene in troppe città. Tocca a noi, possiamo farlo. E infine l'innovazione tecnologica come strumento che agevoli la partecipazione e la trasparenza e che renda i cittadini più protagonisti e meno sudditi. Dalle reti wireless al coinvolgimento amministrativo, tocca a noi, possiamo farlo.
    Grillo non si combatte con le sue armi (insulti, provocazioni, show), ma con la paziente tenacia di chi crede che la politica sia una cosa seria. E anche bella, quando viene fatta con il cuore.

Infine un pensiero personale. Buon lavoro a tutti i neo colleghi sindaci! L'augurio è che possiate scoprire quanto sia bello e affascinante servire la propria comunità. E che tutti possiamo dare un mano al nostro Paese.

B. Firenze. Cambiare si deve!
Ho detto fin dal primo giorno di questo 2011 che avrei utilizzato il patrimonio personale di consenso attestato dai sondaggi per fare piccole o grandi riforme attese da molti anni e bloccate dalla paralisi e dalla non decisione. Sintesi estrema: il centro storico di Firenze era invaso da troppi mezzi per il carico e lo scarico merci, per i rifiuti che venivano esposti per il ritiro praticamente ogni ora, per la presenza di un eccesso di autorizzazioni al transito in zona a traffico (il)limitato. Toccando queste cose si perde consenso, lo so. Non toccandole, però, si perde la città perché ognuno si sente autorizzato a fare come gli pare. E noi siamo Firenze, non Babele. Abbiamo ridotto le finestre per i rifiuti. Abbiamo ridotto le finestre per il carico e scarico merci. Abbiamo ridotto il numero di autorizzati. Aumenteremo le pedonalizzazioni non per i turisti, come dice qualcuno, ma perché anche i cittadini abbiano la possibilità di riscoprire che il centro di Firenze si fa in un quarto d'ora a piedi.

Certo, cambiare una delibera è un gioco da ragazzi. Per cambiare un'abitudine ci vuole tempo.
Noi non abbiamo fretta.
Siamo pronti a dialogare con tutti, davvero con tutti. E se qualcuno ha idee migliori siamo disponibilissimi a cambiare le nostre. Incontrerò i residenti che contestano, i commercianti che polemizzano, i trasportatori che non ce la fanno. Se avremo proposte più convincenti, cambieremo i nostri progetti. Perché nessuno può pretendere di avere la verità in tasca. Con una sola condizione: che non ci venga chiesto – in nome del quieto vivere – di tornare allo status quo. Se uno ama il quieto vivere, del resto, non si candida per fare il sindaco a Firenze.
Leggo i quotidiani e scopro che le categorie di commercianti & company sono tutte sul piede di guerra. Le associazioni di categoria sono un po' come il Terzo Polo: se non ci fosse la consuetudine dei media di dedicare articoli su articoli o le televisioni locali di ospitarli un giorno sì e l'altro pure, non ne parlerebbe nessuno. Ma va bene così, le polemiche allargano le coronarie e aiutano a vivere meglio. Come i sogni di Gigi Marzullo , del resto. E poi se proprio devo essere sincero, le polemiche su questa vicenda sono solo l'antipasto. Vi immaginate quando metteremo mano al mercato di San Lorenzo, per farlo tornare cuore pulsante della fiorentinità? Rispetto a quello che ci aspetta, le polemiche di questi giorni sono un tenero antipasto. Del resto il mio motto fin dalle primarie era chiaro: “O cambio Firenze o cambio mestiere” Magari mi faranno cambiare mestiere. Però non potranno dire che non ci abbiamo provato sul serio.

A proposito: vi ricordate la promessa elettorale sulle Cascine? Bene, ci siamo. Domenica 5 giugno 2011, grande appuntamento nel Parco “più bello del mondo” per illustrare il masterplan delle iniziative per recuperarlo ai cittadini. Qualche numero. Ventidue complessi immobiliari del Comune da ridestinare, undicimila alberi da gestire, trecento ettari da vivere (compreso l'Argingrosso), cinquemilasettecento posti complessivi nel nuovo Teatro del Maggio Fiorentino, dieci milioni di euro di investimenti già pronti, venticinque società sportive presenti nell'area, tre nuove aree di accesso wifi, trecento nuovi punti luce. Potrei continuare a lungo. Ne parleremo insieme domenica 5 giugno, in una giornata dedicata ai cittadini e alle loro famiglie. Ma anche alla discussione, all'approfondimento, alla riflessione. Un tema su tutti, per adesso: facciamo come nel resto del mondo e recintiamo? Oppure lasciamo gli ingressi come sono? Sul piatto della bilancia una maggiore sicurezza e più controllo da una parte, il rischio di una barriera mentale dall'altra e più di tre milioni di euro per realizzare una chiusura di alto livello qualitativo. Leggo volentieri le vostre opinioni e i vostri progetti sul Parco delle Cascine al mio indirizzo email: sindaco@comune.fi.it

Pensierino della sera.
Fin da piccolino mi hanno insegnato che le cooperative di questa terra sono strutture composte da persone brave capaci di risolvere bene i problemi. Le persone sono sicuramente brave, ma da queste parti i problemi li stanno creando, non risolvendo. Ogni riferimento alla linea 2 della tramvia è puramente voluto. L'azienda che ha tutti i permessi per partire ormai da qualche settimana è ferma al palo, per mille motivi. Spero che – nel rispetto delle norme – le aziende che hanno la responsabilità di partire si muovano rapidamente. Il mondo cooperativo è molto vasto, per qualcuno anche troppo vasto, e ha tutte le risorse – se vuole – per iniziare. Ma deve volere. Certo, delle volte mi viene da pensare che se fossimo stati in Emilia Romagna, una cosa come quella della tramvia non sarebbe mai accaduta. Ma torno a sperare che anche i toscani non continuino ad aspettare. Perché a forza di aspettare non vorrei che si facesse troppo tardi.

Sul sito www.matteorenzi.it trovate i tanti eventi di queste intense giornate fiorentine. Compresa naturalmente la bellissima visita del Presidente Napolitano, il Festival dell'Europa, la rappresentazione di Pierino e il Lupo con un giovanissimo e molto promettente direttore d'orchestra, Andrea Battistoni. Trovate anche le piccole e grandi notizie di questi giorni. Su Facebook abbiamo superato quota 62.000 (qui per cliccare la pagina ufficiale), mentre sulle risposte alla posta perdonatemi il ritardo, ma spero di rifarmi la prossima settimana!

Un sorriso e grazie per la pazienza nel leggermi.
A presto
Matteo

PS. C'è una foto molto bella e decisamente triste negli occhi di chi ama il calcio. Mi riferisco alla retrocessione – davvero sorprendente – della Sampdoria in serie B. All'inizio dell'anno non lo avrebbe immaginato nessuno. Eppure è accaduto, per mille motivi. Mi ha colpito molto l'immagine del capitano di quella squadra, Angelo Palombo. Alla fine della partita decisiva, persa malamente in casa, mentre tutti i suoi compagni e i dirigenti sono tornati negli spogliatoi, lui è rimasto in campo, solo, con la fascia di capitano ed è andato sotto le due curve, piangendo, con un gesto per chiedere scusa ai tifosi. Ora, intendiamoci: nella vita può succedere molto di peggio e magari si deve piangere per cose più serie. Però mi è piaciuto molto il modo con il quale Palombo si è preso la sua responsabilità e anziché chiudersi nella doccia ha affrontato i suoi tifosi. In un mondo dove non perde mai nessuno (Verdini ha appena detto che le amministrative sono finite in pareggio) ed è sempre colpa di un altro, l'assunzione di responsabilità di Palombo è stata quello di un uomo dotato di coraggio. Tutto qui.