Novecento

Casalino Pierluigi, 20.05.2011.


Termine genericamente impiegato per indicare l’attività artistica del secolo scorso. Propriamente con novecento si deve piuttosto intendere il movimento pittorico nato dalle discussioni artistiche alle quali, nel 1922, presero parte, nella Galleria Pesaro di Milano, A.Bucci, C. Dudreville, a. Funi, E. Malerba, P.Marussig, U.Oppi e M. Sironi. Il gruppo espose compatto, l’anno successivo nella stessa galleria e quindi nel 1924, alla Biennale di Venezia. Le mostre si successero poi l’una all’altra, spesso con intenti polemici in quanto l’arte dei novecentisti parve ad un certo momento identificarsi con una forma pittorica tipica del movimento fascista. In pratica, pur non avendo i suoi aderenti uno stile comune, l’arte dei novecentisti – ai quali aderirono altri artisti, tra i quali Salietti, Tosi, Carrà, Campigli, Semeglini, Vellani Marchi, Lilloni, etc.. – si ispirò a forme tradizionalmente italiane, che, malgrado la loro modernità, si staccava dai gusti pittorici di derivazione straniera. Il Novecento letterario nacque intorno alla rivista 900, divisa in quaderni trimestrali e scritta in francese. Fondatori dei Cahiers di 900 furono Massimo Bontempelli e Curzio Malaparte, ma chi diresse effettivamente il giornale fu Bontempelli, con la collaborazione di James Joyce, R.Gomezde la serna, Georg kaiser. Bontempelli volle dimostrare che non era più l’epoca dell’arte dell’avanguardia. Anche il futurismo, pur con il protrarsi dei suoi slanci avveniristici, si stava esaurendo e trasformando ed era ormai giunto il tempo di puntare alla ricerca di un’arte nuova, con la riscoperta della fantasia. Bontempelli finì però per identificare il novecentismo con la reinvenzione del “realismo magico”, attraverso la riscoperta del senso dell’irreale e del mitico.