PoliticaMente, rivista Scuola Romana di Filosofia Politica; intervista a Giovanni Sessa

D - Nella crisi culturale italiana e nel caos del web oceano, Politicamente.net spicca certamente per percorsi controculturali inediti…  uno zoom? 
R- www.politicamente.net nasce come laboratorio teorico della Scuola Romana di filosofia politica che, sulla scorta del precedente delnociano, Gian Franco Lami, discepolo del filosofo cattolico, riattivò e rianimò come luogo di incontro ed accoglienza intellettuale presso l’Università “Sapienza” di Roma.
La rivista telematica fu ideata da un collaboratore della cattedra prematuramente scomparso, Emiliano di Terlizzi, appassionato studioso di Colli, Evola e della tradizione ermetica. Come giustamente fai rilevare nella Tua domanda, politicamente.net è latrice di percorsi di ricerca controcorrente. Sulle sue pagine scrivono studiosi legati, non solo alla proposta speculativa di Lami, centrata essenzialmente sulla valorizzazione del mondo classico, ma anche esponenti del movimento di pensiero della Nuova Oggettività quali Sandro Giovannini, cultori del pensiero di Tradizione o di letteratura fantastica quali Gianfranco de Turris e Vito Tripi, filosofi del diritto come Teodoro de la Grange, studiosi di storia delle religioni quali Stefano Arcella, attenti esegeti della filosofia contemporanea quali Giovanni Damiano e Giuliano Borghi. Non manca la componente net.futurista, e neppure quella dell’arte estrema, data la presenza tra le firme della nostra rivista dello storico dell’arte Vitaldo Conte. I contributi che compaiono sulla rivista, come il lettore sa, mirano ad un’esegesi critica dello stato attuale delle cose, politico ed esistenziale, non dogmatico ma aperto e colloquiale nei confronti di esperienze di pensiero consimili e nei confronti di quanti non abbiano rinunciato a pensare ad una Città Altra ed Alta, rispetto a quella in cui ci è stato dato in sorte di vivere. La scadenza mensile (il periodico viene infatti aggiornato alla metà di ogni mese), ci auguriamo possa rendere politicamente.net luogo di approfondimento e di riflessione significativa nel mare mercuriale del web. Le sue pagine non mirano tanto ad essere, come si suol dire, sul “pezzo”, ma a suggerire itinerari di pensiero e di ricerca inusuali, realmente anticonformisti e privi di pregiudiziali ideologiche.
D-  Cultura liquida o cultura neoideale 2.0….  un mutamento di rotta è possibile?
R- Nelle nostre intenzioni semplicemente cultura. Cultura che utilizzando un mezzo liquido quale il web, tenta, sia pure a livello minimale, senza nutrire eccessive pretese o speranze, di smuovere le acque limacciose del dibattito intellettuale in questo paese nel quale domina, da troppo tempo, un rigido, e per la verità sempre più ingrigito, politicamente corretto. Ciò speriamo possa promuovere, con il contributo di esperienze prossime alla nostra, un percorso di vita e di pensiero e Altre idealità nelle quali si possano riconoscere fasce sociali oggi politicamente e culturalmente silenti e/o silenziate dai padroni del vapore. Siamo stanchi di ascoltare sola la Voce del padrone, del pensiero Unico, alla quale la maggioranza dei nostri contemporanei si è ormai, purtroppo, assuefatta ed adeguata, innanzitutto interiormente ma anche nei comportamenti.
D-  Casta culturale o casta Italia in generale?
R- In Italia la casta culturale rappresenta il nocciolo duro, quello che si è sedimento in profondità e con pervicacia, della più generale situazione epidemica, in senso etimologico greco, in cui si è sempre più “evoluto” il sistema parlamentare. Si tratta di uno “stare sopra” il popolo, una forma di dominio improprio e sottile che determina, attraverso i chierici al servizio del potente di turno, un rigido controllo sociale. In questo senso la casta culturale, da tempo, in Italia ha segnato con chiarezza i confini del dicibile e del pensabile relegando coloro che non li rispettano nella categoria antropologica dei reietti. Ecco, politicamente.net vuole fondamentalmente dar voce a questi ultimi. A tutti coloro, qualunque sia la loro provenienza ideale, che non riconoscono il valore della frontiera ideale tracciata dai chierici della governance.