L'Avanguardia come Tradizione 2.0 ? intervista a Sandro Giovannini

by ECCOLANOTIZIAQUOTIDIANA ROMA E PROVINCIA
**Sandro Giovanni, poeta e filosofo, è tra i curatori (e coordinatore nazionale) del Movimento culturale Nuova Oggettività (soprattutto area Roma).  Da decenni figura storica e eretica della Nuova Destra culturale italiana – ricordiamo tra le iniziative più note da Giovannini (e altri) promosse,  le stagioni elevate del Gruppo Vertex e della rivista (anni 90, inizio 2000) Letteratura-Tradizione. 
Dal 2010 ha completato i nuovi orizzonti già avviati con la Rivista, verso visioni metapolitiche anti-ideologiche – verso l'Oltre destra-sinistra curando (e con vari contributi) i volumi appunto di Nuova Oggettività:  AA.VV. "il Libro Manifesto …" omonimo (Heliopolis, 2011), "Al di là della Destra e della Sinistra…"  a cura di… Sandro Giovannini e Roby Guerra, La Carmelina, Ferrara 2013 e "Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l'Iran nessuna? L'impero interiore" a cura di Gianni Bertuccioli, Sandro Giovannini, Luisa Pesante, Paolo Silvestri, Luigi Sgroi, La Carmelina, Ferrara 2013. Collabora con La Scuola Romana di Filosofia Politica e con le riviste BVS (Milano) e Politicamente.net.
Ha pubblicato diversi libri cult in Italia (spesso corollati con speciali cosiddette Tavolette d'autore), tra essi  uno straordinario L'Armonioso Fine (2006), dedicato a certe Intelligenze scomode del Novecento europeo (Cioran, Berto, Pound, Noica) ecc. Già amico di un certo Borges,  è  considerato dalla critica culturale tra i principali ricercatori italiani di Ezra Pound e Noica.

D- Nelle recenti presentazioni  a Roma e Milano (27 9 e 27 10) del progetto e dei libri Nuova Oggettività, uno dei focus… certamente il tema avanguardia tradizione: sintesi aperta possibile?
R – Lungo questo percorso di ormai più di tre anni, con all'attivo 3 testi importanti: il nostro fondante e ricognitivo libro/manifesto, il secondo  'libro/idea' "Per quale motivo…?" ed il terzo 'instant book', "Al di là della destra e della sinistra…", abbiamo cercato di mettere, nero su bianco di una attuale tabula rasa, una scrittura/progetto per dei marginali attivi, quali noi siamo e sicuramente resteremo. Ma questa nostra vocazionale e ben consapevole marginalità, che non ci ha mai vietato di impegnarci con tutte le nostre forze per cambiare l'attuale nonsenso eterodiretto, paranoide ed incapacitante è proprio l'inveramento dell'apparente paradossale opposizione, che resta tale solo nella lettura sacramentale/letteralista, priva di visione ed ingenerosa di seme, che farebbe di tradizione ed avanguardia, cose incomunicanti, addirittura opposte e pesino ferocemente nemiche. Tutti i nostriGrandi ci hanno aperto il cuore e la mente e chi non vuole far base sull'ossimoro generoso e fecondante, questi aiuta – direttamente od indirettamente – la potenza scatenata del globalismo, che si veste di panni equalizzatori per meglio dominare e rendere tutti atoni ed impotenti consumatori. La centralità della partecipazione spirituale (unica a poter poi implicare e realizzare ogni potenziale tecnicalità), al popolo in progressione creativa con la sua radicalità,  ed al destino scelto come cosa nuova/originaria, è insegnamento atemporale, con una inequivoca matrice sacrale.


D- Piu' nello specifico, quali valori Tradizione e Avanguardia veicolano (o non veicolano?), oggi?
 R – L'autentica aristocrazia sa del popolo come propria base organica, vive la partecipazione come consensuale veicolo di inclusione e di "trazione verso l'alto", e sente il destino come una tragicità non apocalittica/demenziale e/o piagnona/buonista e/o nevropatica/medicalizzata, ma come l'imboscata dell'essere che ci deve trovare nella disponibilità vera del sempre possibile… senza l'illusione indecorosa dell'ultimo uomo, (la lasciamo volentieri agli altri), quella della fine ineluttabile. Infattti il clinamen ci indica perfettamente la deriva verso il basso e le correzioni necessarie, che pure all'occhio penetrante appaiono sovente ben insufficienti. Ma ogni nascita ha in sorte la propria prova e ci può essere in essa una gioia forte e ridente seppurfuggitiva


D- E per la storia, in particolare, del popolo italiano?
 R – Alla commemorazione di Gentile, Biggini rivelò una battuta tragica del "Professore", qualche giorno prima…: ci vorranno due o tre secoli, perché l'Italia si possa riprendere…   E l'Italia non sarà più quella, ovviamente… ed il mondo non sarà più quello… ma gli uomini nascono necessariamente, le generazioni si rinnovano necessariamente, il sangue necessariamente si rigenera, la pesanteur necessariamente dovrà sempre essere contrastata dalevitas e gravitas mirabilmente accordate… ognuno avrà il suo compito ed il destino ancora saprà, in mezzo ad inaudite defezioni, contrapporre  sempresublimi eroismi