Il nipote di Marinetti:«Le celebrazioni futuriste in Italia hanno tradito lo spirito del movimento»
Trieste (TS) - «Le celebrazioni di questi mesi, in Italia, per il centenario futurista, hanno "tradito" lo spirito, le ragioni, la poetica del movimento: mi riferisco essenzialmente alle mostre, e alla scelta di identificare il futurismo con i quadri e con la pittura. Perché il futurismo non fu un movimento di quadri o di gallerie: fu un movimento simbolico-rivoluzionario, permeato di spiritualità e rivolto innanzitutto al linguaggio e all'uso del verbo. Mio nonno, Filippo Tommaso Marinetti, nacque in Egitto: e il futurismo si ispirò infatti alla calligrafia islamica come atto sintetico e da queste radici prefigurò nuove espressioni "di sintesi" e velocità, nel linguaggio, nella comunicazione, nella forza di un messaggio diretto capace di superare il linguaggio della letteratura …». Lo ha affermato, a Trieste, il nipote di Filippo Tommaso Marinetti, conte Leonardo Alaeddin Clerici, nato dalla seconda figlia del fondatore del movimento futurista, a sua volta impegnato, attraverso la Fondazione Skriptura attiva fra Bruxelles e Istanbul, nella ricerca e nello studio su allo studio "di testi classici, greci, latini e profetici".
Leonardo Clerici a Trieste ha visitato le esposizioni futuriste attualmente allestite al Museo Revoltella, in omaggio all'artista Giorgio Carmelich per iniziativa del Comune, e nella sede del Museo di Cultura Istriano Fiumano Dalmata, "Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime", promossa dall'Irci con la Famiglia di Grisignana. Proprio su quest'ultima mostra, curata dal direttore Irci Piero Delbello, Clerici si è soffermato con espressioni di grande apprezzamento: «Un'esposizione dedicata alla grafica, quindi a una forma di comunicazione che bene esprime il senso e le ragioni della poetica futurista. E' la forma in cui la comunicazione politica, trasversalmente, ha potuto trovare espressione nella prima metà del secolo scorso, superando il classicismo decadente della comunicazione di fine Ottocento. Per questo sarei lieto di presentare a Bruxelles, in occasione dei miei imminenti progetti culturali ed espositivi, alcune opere e sezioni della mostra di grafica futurista allestita a Trieste».
La mostra "Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime", visitabile fino al 21 febbraio negli spazi del Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata, ospita diverse personalità artistiche di "avanguardia" che si sono espresse in chiave grafica, come il pittore futurista Tullio Crali, gli scultori Ugo Carà e Marcello Mascherini, l'architetto Bruno Angheben, il fotografo Ferruccio Demanins, i grafici Urbano Corva ed Edoardo Ricci, e l'eclettico Guido Marussig: oltre 300 opere di un centinaio di artisti che hanno profondamente segnato l'evoluzione grafica e artistica dei primi decenni dello scorso secolo.
Leonardo Clerici a Trieste ha visitato le esposizioni futuriste attualmente allestite al Museo Revoltella, in omaggio all'artista Giorgio Carmelich per iniziativa del Comune, e nella sede del Museo di Cultura Istriano Fiumano Dalmata, "Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime", promossa dall'Irci con la Famiglia di Grisignana. Proprio su quest'ultima mostra, curata dal direttore Irci Piero Delbello, Clerici si è soffermato con espressioni di grande apprezzamento: «Un'esposizione dedicata alla grafica, quindi a una forma di comunicazione che bene esprime il senso e le ragioni della poetica futurista. E' la forma in cui la comunicazione politica, trasversalmente, ha potuto trovare espressione nella prima metà del secolo scorso, superando il classicismo decadente della comunicazione di fine Ottocento. Per questo sarei lieto di presentare a Bruxelles, in occasione dei miei imminenti progetti culturali ed espositivi, alcune opere e sezioni della mostra di grafica futurista allestita a Trieste».
La mostra "Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime", visitabile fino al 21 febbraio negli spazi del Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata, ospita diverse personalità artistiche di "avanguardia" che si sono espresse in chiave grafica, come il pittore futurista Tullio Crali, gli scultori Ugo Carà e Marcello Mascherini, l'architetto Bruno Angheben, il fotografo Ferruccio Demanins, i grafici Urbano Corva ed Edoardo Ricci, e l'eclettico Guido Marussig: oltre 300 opere di un centinaio di artisti che hanno profondamente segnato l'evoluzione grafica e artistica dei primi decenni dello scorso secolo.