L'Avanguardia come Tradizione 2.0: intervista a Paolo Melandri

* by Eccolanotiziaquotidiana-Roma e provincia
**PAOLO MELANDRI (Faenza. 1974), scrittore e musicologo, docente liceale a Faenza, laurea in Filologia (studi con Italo Mariotti), saggi su Ennio editi su varie e prestigiose riviste; oltre a numerosi articoli dedicati ai rapporti intertestuali tra autori recenti e antichi, con una predilezione per Petrarca, Pascoli e D'Annunzio;
collabora con alcune delle più importanti riviste italiane di filologia e di letteratura. Diversi inediti, inoltre, poesie e saggi nel blog magazine Nuova Oggettività, del cui movimento è aderente. Ha pubblicato (Poesia) "Canti della Stagione Alta " (Nightingale's, a cura di A. Cappi e con illustrazioni di C. Reggiani), 2000; "Novellette" (Casanova Editore, 2006), " Il fiore di Calliope" (Campanotto Editore,2007), "Nell'anima" (Quattordici poesie di Paolo Melandri, musicate da Histrix e illustrate da Cesare Reggiani) Mobydick (collana "L'immaginario", 2010). È membro del "Comitato Scientifico per l'Edizione Nazionale delle opere di Giovanni Pascoli" (Saggistica), "La Cetra scordata" (La Carmelina, 2013) su Mozart… e "AA.VV. Per una Nuova Oggettività (Libro Manifesto)", Heliopolis (2011).

D- Nella recente presentazione a Roma del progetto dei libri Nuova Oggettività, uno dei focus… certamente il tema avanguardia tradizione: sintesi aperta possibile?
R- Nella nozione di tradizione rettamente intesa, cioè come cernita di quanto più significativamente ci è stato tràdito, è già implicita l'idea di re-invenzione araldica, all'avanguardia: l'unica forma di creatività che ancora ci è concessa.

D- Più nello specifico, quali valori Tradizione e Avanguardia veicolano (o non veicolano), oggi?
R- Valori fondanti per il tradizionalista d'avanguardia il paidéuma, l'apertura, l'onestà intellettuale; disvalori fondamentali: art pour l'art, disimpegno programmatico, fumogena cortina relativista.

D- E per la storia, in particolare, del popolo italiano?
R- Sì all'italianità nel mondo, sì a Monteverdi, Metastasio, Pergolesi, Marinetti, ecc.; no alle mode culturali "italiote", come ermetismo quasimodeo, scopiazzature hoelderliniane di Zanzotto, ecc.