Futurismus, Music Machine

Il ciclo "Futurismus" della Casa da Música di PortoNel ciclo "Futurismus" presentato alla Casa da Música di Porto si è celebrato il mondo delle macchine in musica in un bel concerto della locale Orquestra Sinfónica diretta da Peter Rundel. Non poteva mancare "Zadov" (Fonderie di acciaio) di Alexander Mosolov, primo esempio del futurismo musicale sovietico, partitura del 1926 che sembrava sprizzare le scintille di un altoforno, con le sue ripetizioni martellanti, le masse timbriche compatte, ma restituite con una lettura di estrema nitidezza. La stessa precisione si coglieva anche nell'esecuzione di "Pacific 231" di Honegger, che metteva in risalto l'originale scrittura degli ottoni, le fluttuazioni di velocità, i sibili e gli sbuffi di questo poema sinfonico dedicato a una locomotiva. Molto azzeccata, nel programma, anche la suite dal balletto "Le pas d’acier" di Prokof'ev, che descriveva la vita contemporanea in Unione Sovietica, tra fabbriche, mercati e stazioni. Decisamente meno "futuristi" gli altri due lavori eseguiti, "Atmosphères" di Ligeti e "Reflections/Reflets" di Tristan Murail, nuovo lavoro, decisamente riuscito, commissionato dalla Casa da Música e dalla Bbc Symphony Orchestra. Due ampi movimenti d'impianto spettrale (con la scordatura di un quarto di tono di sei strumenti dell'orchestra), pieni di rimandi al passato: il primo pannello, Spleen/Quand le ciel bas et lourd…, si ispirava all'omonima poesia di Baudelaire e a Nuages di Debussy, creando una sostanza sonora sospesa, ipnotica, fatta di avvolgenti spire armoniche, interrotte da scampanii e improvvise fiammate; il secondo movimento, High Voltage/Haute tension, si ispirava invece ai Feu d’artifice di Debussy e Stravinskij, con trilli, ritmi percussivi, figure rapidissime che generavano una materia magmatica, caleidoscopica, dall'orchestrazione raffinatissima.


Gianluigi Mattietti


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