Pierluigi Casalino: IL FASCINO DEL PROGRESSO

 


Non bisogna stupirsi se in un Paese come il nostro, considerata la terra dell’orgoglio ( ma più della retorica) progressista, si legga con supina stanchezza il passo degli eventi che stanno cambiando l’immagine del mondo arabo. Per qualche inconsolabile vedova del comunismo la lettura liberale delle rivoluzioni in corso appare uno scandalo, un’autentica contraddizione in termini, inspiegabile con le teorie di maniera della dialettica storica.
La speranza escatologica di costruire il paradiso (dei lavoratori) trova la sua smentita nella ricerca da parte dei protagonisti delle nuove rivoluzioni di ideali di progresso diversi da quelli partoriti dalle illusioni inesauribili del veteromarxismo.
La globalizzazione,(e la stessa tradizionale idea occidentale, un po’ ingenua, di un mondo unico ed unito), è stata un fattore “double face”, che non ha prodotto solo benessere, ma anche miseria e emigrazioni di massa. Il postmoderno recupera una tardiva fiducia nel progresso, quale figlio della ragione. Disarmante è constatare che il simbolo di progresso si sia dissolto e non alberghi più nelle famiglie politiche, rese interpreti di smarrite liturgie, prigioniere del mondo di ieri e incapaci di guardare al domani. Segno evidente che il testimone della storia è passato nelle mani di chi crede nell’intelligenza della libertà. Questo è ormai il nome del progresso, questo è il suo fascino.

 

Casalino Pierluigi, 31.03.2011.