Ferrara: Roberto Guerra intervista Riccardo Roversi

 


*from supereva.it 1-11-2009
 
poesia e internet
Emilia-Romagna: lo scrittore emiliano Riccardo Roversi ha risposto gentilmente ad alcune domande relative al divenire della poesia, la parola e la scrittura in generale nel’era di Internet.
Dibattito attualmente disseminato nella Rete: non solo per il grande utilizzo libero del nuovo medium da parte di molti giovani poeti, scavalcando quindi le normali vie pre-Internet, ma anche per l’nteresse costante di alcuni dei maggiori poeti italiani contemporanei (a partire ad esempio da Pontiggia sia per l’ormai attività on line - non più solo a livello di vetrina e di bonus-link - da parte di alcune delle più importanti riviste letterarie italiane, da “Anterem”, a “Poesia”, a “Argo”…
Roversi è noto in certo ambiente letterario overground: tra minimalismo e postavanguardia è stato uno degli ultimi collaboratori di certa avanguardia “storica” nazionale: l’esperienza del futurismo post1944 di “Futurismo Oggi” e Enzo Benedetto, Francesco Grisi, Luigi Tallarico, Antonio Fiore e altri.
Anche giornalista e collaboratore di importanti magazine specializzati on line (Teatro Org), Riccardo Roversi, tra le sue opere letterarie principali vanta senz’altro il testo poetico/teatrale molto d’avanguardia “Periplo di millennio” (portato più volte in scena dalla regista parigina Alexandra Dadier), recensito anche in siti di cultura scientifica rilevanti. Proprio per lo sfondo poetico totale e cibernetico che attraversa l’opera, tra Adriano Spatola ed echi dello stesso straniante, oggettivante, quasi robotico e immenso Carmelo Bene. Roversi tra l’altro ne ha edito anche una versione trailer on line, proprio recentemente per l’editing neofuturista ..
D. Roversi, Internet uccide o salva la poesia italiana, sovente espressione ormai di logiche mercantili neocommerciali, anziché basata sul talento e la creatività?
R. Internet è ormai uno strumento divulgativo e documentativo imprescindibile, pur con tutti suoi limiti. Foese non è ancora così indispensabile dal versante creativo, quantunque Joyce e Beckett ci abbiano insegnato, già diversi decenni fa, che la poesia e la narrativa, intese come categorie letterarie autonome, non esistono più (sebbene non è detto che tale contingenza non abbia nuovamente a modificarsi in un prossimo futuro). In ogni modo, la “scoperta” di Internet è come quella della ruota: la civiltà non potrà più farne a meno.

D. Che fine ha fatto la neovanguardia?
R. La neoavanguardia ha fatto il suo tempo. Oggigiorno, secondo me, i veri “avanguardisti” sono gli scrittori che sanno scrivere BENE, sia dal punto di vista sintattico grammaticale che da quello creativo

 
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