Marzio Galeotti Nucleare e Statistica

Probabilità oggettiva e soggettiva - Vi è una significativa differenza tra probabilità oggettiva d’incidente e probabilità soggettiva. La prima è basata su un’interpretazione frequentista, calcolata sul numero di occorrenze di incidenti nucleari rispetto al numero o alla durata di attività dei reattori esistenti. Sarà anche un numero piccolo, ma è un fatto che è calcolato ex-post, sulla base dell’osservazione storica dei fatti. Tutt’altra cosa la probabilità soggettiva, perché si basa sulle percezioni e sulle suggestioni, sulle emozioni e sulle sensazioni: logico quindi che in presenza di disastri come quelli giapponesi, tale probabilità possa essere costituita da un numero anche molto elevato e comunque più alto dell’altra. Ma se la probabilità soggettiva di accadimento di incidenti non può essere presa come criterio per decisioni future, ciò non significa che il passato sia un buon previsore, o il migliore, del futuro. Nel caso del nucleare, poi, se si vuole guardare al passato, bisogna riconoscere che nei più gravi incidenti della storia – Chernobyl (Ucraina, scala Ines livello 7) nel 1986, Kyshtym (Ussr, Ines 6) nel 1957, Fukushima (Giappone, scala Ines 5) nel 2011, Three Mile Island (Usa, Ines 5) nel 1979, Sellafield (Regno Unito, Ines 5) nel 1957, Tokaimura (Giappone, Ines 4) nel 1999 – c’è sempre, in un modo o nell’altro, il fattore umano. E allora, quanto è ineliminabile il rischio da fattore umano?Se sulla sicurezza del nucleare in sé è difficile ottenere “ragionevoli” certezze, neppure per le conseguenze sulla salute degli incidenti nucleari ciò pare possibile.
Un dibattito sempre in atto - Da tempo è in atto, e di recente è tornato in auge, il dibattito, a tratti stucchevole, sul numero dei decessi dopo Chernobyl. La verità è che nessuno lo sa con precisione perché è difficile collegare all’incidente le conseguenze a lungo termine dell’esposizione alle radiazioni per sé o per i propri discendenti. ....
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