Massimiliano Parente- La Casta culturale dell'ex sinistra

*L'INTELLIGHENZIA DI SINISTRA CON BERLUSCONI EDITORE!!!

 

Gli scrittori combattono il potere? In teoria sì, poi a tempo perso potrebbero anche scrivere opere, ma prendiamo per buono l’imperativo categorico dello scrittore impegnato contro il potere. Per rispondere alla domanda bisognerebbe verificare cosa significa il potere per uno scrittore. Combattere il potere, ammesso che questa debba essere la preoccupazione principale di uno scrittore, e ammesso che questa missione debba essere intesa in senso politico, significa rischiare qualcosa. Non in astratto, nel mondo delle idee, ma in concreto, sulla propria pelle. Chi combatte la mafia in Sicilia o la camorra in Campania rischia di essere ucciso. Chi dissente dal regime di Ahmadinejad in Iran rischia di essere incarcerato e condannato a morte. In ogni caso contrastare il potere dovrebbe costare qualcosa.

Tuttavia c’è un solo minimo comune denominatore tra tutti i letterati italiani, nessuno escluso: se interpellati, gli scrittori si oppongono a Berlusconi. Vale per tutti, vecchi e giovani, uomini e donne, esordienti e non, da Saviano a Melissa P, da Nicola Lagioia a Umberto Eco, da Scurati a Cordelli, da Camilleri alla Murgia fino all’ultimo romanzino di Brizzi, supportati dall’intera casta dei critici, che li citano, li coccolano, li interpellano. Se dunque Berlusconi è il simbolo del potere, quali pericoli corre oggi chi attacca Berlusconi? Non rischia alla Mondadori o all’Einaudi, si sa, basta chiederlo agli ossessionati antiberlusconiani che pubblicano con le case editrici di proprietà di Berlusconi, ossia gran parte degli autori in classifica, e non ci pensano proprio a cambiare editore. Non rischia sui quotidiani nazionali, dove timbrare il cartellino dell’antiberlusconismo è un obbligo, e sfido chiunque a provarmi il contrario, a trovarmi un pensiero di scrittore incompatibile con gli altri, irregolare, non omologato, non allineato, politicamente inclassificabile. ...

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