Estense com
Movimento 5 Stelle estense interviene nel dibattito in corso sul futuro – ma anche sul presente – della Cassa di Risparmio di Ferrara. Lo fa con una nota pubblicata sul sito ufficiale del movimento in cui se da un lato vengono criticati i vertici della banca e quelli politici che si sono susseguiti negli anni, dall’altro indica la strada per il futuro nell’onestà, capacità e competenza di chi guiderà l’istituto di credito.
Movimento 5 Stelle estense interviene nel dibattito in corso sul futuro – ma anche sul presente – della Cassa di Risparmio di Ferrara. Lo fa con una nota pubblicata sul sito ufficiale del movimento in cui se da un lato vengono criticati i vertici della banca e quelli politici che si sono susseguiti negli anni, dall’altro indica la strada per il futuro nell’onestà, capacità e competenza di chi guiderà l’istituto di credito.
“C’è una corsa in queste ore ad
esprimersi da parte del mondo politico ed economico ferrarese sul
destino di Carife – esordiscono i Cinque Stelle – a suggerire soluzioni
miracolose o a portare su altri tavoli le decisioni pur di riconquistare
la ‘ferraresità’ dell’istituto, dando al sostantivo un’accezione
positiva e una sorta di significato salvifico. Sorge il dubbio però –
ammoniscono -, che i guai di Carife siano arrivati proprio da una
distorta interpretazione della ferraresità dell’Istituto di credito, i
cui delicati organismi decisionali sono stati utilizzati per anni come
il salotto buono delle piccole lobby della città, una sorta di premio
per garantire fama, stipendio e trampolino di lancio per carriere in
vari settori. Tutto ciò – affermano ancora i grillini – in tempo di
vacche grasse e prima del cancro delle speculazioni finanziarie, ha
comunque funzionato e ha permesso alla città e alle amministrazioni che
si sono succedute di godere delle generose elargizioni della Fondazione
Carife in molti settori strategici e prestigiosi, arte e cultura in
primis, ma non solo. Ma l’incompetenza di chi siede in posti chiave che
richiedono grande responsabilità e preparazione si è rivelata essere
grave tanto quanto il cancro della corruzione ed è concausa colposa dei
disastri che ogni giorno emergono nelle gestioni pubbliche e private di
enti di importanza vitale per la società”.
“Ora - accusa il M5S estense - tutta
Ferrara paga pegno perché il complice silenzio di chi doveva vigilare,
avere gli strumenti per capire e impedire operazioni sospette e
disastrose, ha portato la banca locale ad aggravare, coinvolgendo il
piccolo risparmiatore ignaro in operazioni di investimento fallimentari,
la già fragile situazione della liquidità e risparmio delle famiglie
ferraresi e così pure la sofferenza del credito per le imprese. Pertanto
la salvezza di Carife, con il suo importante carico di occupazione che
va assolutamente salvaguardato, e di molti altri istituti bancari con
storie analoghe, su cui oggi il mondo politico ed economico pontifica
(spesso senza cognizione di causa), non sta tanto nella scelta della
bandiera autoctona o extraterritoriale, ma nell’onestà, capacità e
competenza di chi la guiderà, dai vertici sino alla base dei suoi
organismi decisionali. Sta anche – scrivono ancora i grillini ferraresi –
in un’operazione straordinaria di trasparenza sul ruolo di Banca
d’Italia e dei criteri di vigilanza e controllo che mette in campo; sta
soprattutto nel dare il via ad una profonda riforma dell’intero sistema
bancario con il ritorno alla netta separazione delle banche commerciali
da quelle di investimento, al controllo statale maggioritario e allo
studio di forme nuove di partecipazione diretta dei cittadini nella
gestione del risparmio e del credito. Ma soprattutto sta in un sistema
politico-economico non più asservito o compromesso col potere e gli
interessi privati delle banche e delle sue Fondazioni. Si chiama –
concludono -attenzione al Bene Comune, meritocrazia e soprattutto
volontà politica. Il resto è fuffa”.