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manifesti che si sbriciolano e che diventano icone al contrario dell'immaginario collettivo. Mimmo Rotella ha inventato il décollages e ha lasciato un segno nell'arte del secondo Novecento. Palazzo reale a Milano presenta la mostra "Décollages e retro d'affiches", curata da Germano Celant, con 150 opere realizzate tra il 1953 e il 1964. Al centro della mostra il gesto di appropriazione di oggetti reali, come spiega Antonella Soldaini, direttore del Mimmo Rotella Institute."Lui prende questi cartelloni - ci ha detto - li ruba letteralmente dalla strada e li porta in studio. Lì li elabora con il famoso processo del taglio, questi manifesti. Contemporaneamente fa un'operazione che parte dalla stessa procedura di strappare il manifesto, ma lo applica su un telaio al rovescio, e sono i famosi retro d'affiches".In mostra i celebri manifesti ispirati al cinema, ma anche i lavori di Rotella che più si avvicinano all'informale, i ragionamenti sulla pubblicità, e le icone globali dell'America Pop, come John Kennedy e Marilyn Monroe. "L'entrata di questi oggetti - ha aggiunto Soldaini - che noi vediamo intorno a noi, nessuno aveva pensato di assumerli a importanza artistica".Stimolante, poi, il dialogo con i lavori di altri grandi artisti, come Alberto Burri, Yves Klein o Filippo Tommaso Marinetti. E Rotella al Futurismo, aveva sempre guardato, anche per arrivare al gesto del décollages."Questo è proprio un retaggio del Futurismo - ha concluso il direttore del Mimmo Rotella Institute - e da lì arriva, come per i futuristi, l'esigenza di entrare nel progresso, nella civiltà, nella società".La mostra a Palazzo Reale resterà aperta al pubblico fino al 31 agosto.
manifesti che si sbriciolano e che diventano icone al contrario dell'immaginario collettivo. Mimmo Rotella ha inventato il décollages e ha lasciato un segno nell'arte del secondo Novecento. Palazzo reale a Milano presenta la mostra "Décollages e retro d'affiches", curata da Germano Celant, con 150 opere realizzate tra il 1953 e il 1964. Al centro della mostra il gesto di appropriazione di oggetti reali, come spiega Antonella Soldaini, direttore del Mimmo Rotella Institute."Lui prende questi cartelloni - ci ha detto - li ruba letteralmente dalla strada e li porta in studio. Lì li elabora con il famoso processo del taglio, questi manifesti. Contemporaneamente fa un'operazione che parte dalla stessa procedura di strappare il manifesto, ma lo applica su un telaio al rovescio, e sono i famosi retro d'affiches".In mostra i celebri manifesti ispirati al cinema, ma anche i lavori di Rotella che più si avvicinano all'informale, i ragionamenti sulla pubblicità, e le icone globali dell'America Pop, come John Kennedy e Marilyn Monroe. "L'entrata di questi oggetti - ha aggiunto Soldaini - che noi vediamo intorno a noi, nessuno aveva pensato di assumerli a importanza artistica".Stimolante, poi, il dialogo con i lavori di altri grandi artisti, come Alberto Burri, Yves Klein o Filippo Tommaso Marinetti. E Rotella al Futurismo, aveva sempre guardato, anche per arrivare al gesto del décollages."Questo è proprio un retaggio del Futurismo - ha concluso il direttore del Mimmo Rotella Institute - e da lì arriva, come per i futuristi, l'esigenza di entrare nel progresso, nella civiltà, nella società".La mostra a Palazzo Reale resterà aperta al pubblico fino al 31 agosto.