Ferrara, Idrovia nella città dell'Ariosto fa rima con Avvisi di garanzia, imminenti?

Beffa-Idrovia. Servono altri 40 mln per l'"imprevisto"

Per innalzare il ponte sul Boicelli bisognerebbe spostare la stazione dei treni

 Bottleneck", collo di bottiglia. È lo scoglio imprevisto contro il quale rischia di affondare a metà dell'opera una parte importante del progetto Idrovia, quello relativo al passaggio delle grosse navi commerciali.

L'"imprevisto" – in realtà già conosciuto e segnalato (forse non sufficientemente) – è il ponte ferroviario all'intersezione tra il canale di Burana ed il Boicelli, in prossimità della stazione di Ferrara, che non può essere spostato per permettere il passaggio delle imbarcazioni commerciali sull'Idrovia. Questo perché per innalzare il manufatto degli 1,5 metri necessari occorrerebbe spostare la stazione dei treni di Ferrara qualche km più a nord in modo da raggiungere nuovamente la pendenza massima consentita per far fermare i treni che è il 3 per mille.

Il problema (per utilizzare un eufemismo) purtroppo è reale. Prova ne è il fatto che è stato trattato durante l'ultima riunione in commissione prima dell'ultimo consiglio provinciale di questo pomeriggio dall'assessore Davide Nardini e per risolverlo la Provincia si sta apprestando a votare uno studio di fattibilità per costruire una bi-conca nei pressi del ponte, lunga circa 250 metri, che consentirebbe di abbassare il livello del canale quanto basta per far passare un'imbarcazione porta-container. Facile a dirsi. Il costo dello studio? Un milione di euro, metà dall'Ue e metà dalla Provincia, mentre realizzare l'opera – nel caso risultasse una strada percorribile – dovrebbe comportare un ulteriore esborso di 40 milioni oltre i circa 150 mancanti per portare a termine l'intero progetto idroviario.

"Solo ora abbiamo la conferma ma la questione tra i tecnici delle ferrovie però circolava da tempo – commenta il consigliere provinciale Udc Davide Verri - che il ponte ferroviario all'intersezione tra il Canale di Burana ed il Boicelli non può essere spostato. Il nostro 'Mose' ha già un nome intrigante: 'bottleneck' – continua -. È chiaro che la Provincia dovrà abbandonare la fantasiosa pretesa, si parlava addirittura di grandi imbarcazioni di V classe,  di sfruttare commercialmente l'intera asta navigabile fino a Porto Garibaldi per puntare solo sul traffico turistico di piccolo cabotaggio. Addio quindi allo sbocco al mare! E addio anche alla possibilità di raggiungere la banchina del Petrolchimico attraverso la Conca di Pontelagoscuro, perché il Po rimane impraticabile per diversi mesi all'anno. Il progetto dell'Idrovia – conclude Verri – che in Castello ritengono suscettibile di favorire la crescita economica e l'occupazione nonché cardine dello sviluppo economico di Ferrara, rimarrà un'incompiuta se Governo e Regione non metteranno una pezza per coprire gli errori e gli oltre 150milioni di euro che ancora mancano, salvo imprevisti".

Una visione, quella di Verri, fortemente contestata dall'assessore Davide Nardini: "Il problema dell'innalzamento del ponte lo conosciamo da 15 anni e stiamo cercando di farci dare dei soldi per uno studio di fattibilità per cercare di risolverlo". Il milione di euro paventato, inoltre, "riguarderà tutti e tre i ponti storici di Ferrara". "Non è vero poi che così l'Idrovia non funzionerebbe – continua Nardini -, si va dentro dal ponte di Levante sino alla Conca di Pontelagoscuro e, ancora, non è vero che il tratto di Poche ci interessa non sia navigabile, i problemi sono a monte, se fossimo già pronti saremmo già a 356 giorni di navigazione all'anno". Contestata anche la cifra di 40 milioni di euro per realizzare un sistema alternativo all'innalzamento del ponte: "Ho dato quella cifra in maniera informale, Verri non può usare quella dichiarazione prendendola per ufficiale, finché non c'è uno studio non è possibile dare dare dei numeri".

 

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