*di Paolo Melandri 16 agosto 2011
Un candelabro d’argento brunito,
fioccar di neve nella tramontana
ben questo è vago, pure esser vorrei
in qualche proda remota e selvaggia
sì che la mia tristezza ingannerei,
o in una piaggia ch’anco il sole irraggia
Un candelabro d’argento brunito,
di fiori finti l’opulenza vana,
cuscini ricamati in guisa strana
e libri dal contorno rifinito;
fioccar di neve nella tramontana
ed alti cirri in ciel nel lume ignìto,
ansar d’onde e di spruzzi appresso al lito
e rintocchi di funebre campana;
ben questo è vago, pure esser vorrei
in qualche proda remota e selvaggia
sì che la mia tristezza ingannerei,
o in una piaggia ch’anco il sole irraggia
o tra le alte ruìne di Pompei;
ma il soverchio è pur male a mente saggia.