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Il Rapporto sul mercato turistico mondiale “TurisMonitor 2010?
Oltre 3.400 musei, circa 2.000 aree e parchi archeologici e 43 siti Unesco: con queste prerogative soggiornare in Italia dovrebbe essere il desiderio di molti. Eppure la situazione non è così rosea come sembrerebbe e a dimostrarlo ci ha pensato “TurisMonitor 2010”, la ricerca realizzata dal Centro Studi Touring Club Italiano che mette in evidenza le difficoltà che i grandi attrattori culturali europei si ritrovano a vivere in questa situazione di crisi economica che non ha risparmiato neppure il comparto turistico anche se meno di altri.
Dei dieci Paesi più visitati, detiene il primato la Francia con oltre 74 milioni di arrivi, mentre l’Italia si attesta al quinto posto (43,2 milioni di arrivi) preceduta anche dalla Spagna.
La tradizione enogastronomica si conferma inoltre una delle principali ragioni del viaggio in Italia per molti turisti, italiani e stranieri.
Non sorprende dunque ritrovare in vetta alla classifica delle regioni più visitate la Toscana, sinonimo di tradizioni storiche, artistiche, culinarie e di paesaggi agresti tanto amati da inglesi, americani e tedeschi [e l’Emilia Romagna?].
I 526 siti culturali della Toscana, hanno registrato in effetti un flusso di visitatori esemplare con oltre 19,5 milioni di biglietti staccati.
Ben 9,4 miliardi di euro (pari al 34,4% della spesa totale dei visitatori stranieri) oltre 1/3 sono stati incassati grazie al turismo culturale e tra le città d’arte italiane preferite spiccano ai primi posti delle classiche Roma, Venezia, Milano seguite a breve distanza da Firenze e Torino [e Ferrara?].
Due gli aspetti però da sottolineare secondo l’analisi fornita dal Presidente del Touring Club Italiano: “il primo è la debole competitività dell’Italia che, nonostante il suo patrimonio ambientale e culturale (che produce il 10% del PIL, ndr) e penalizzata da una scarsa capacità di comunicazione e di accoglienza, intesa come somma di tutti gli indicatori che definiscono l’attrattività di una località; il secondo riguarda invece l’evoluzione stessa del concetto turismo.”
Se infatti oggi i “turismi” sono tanti quanti sono le differenti esigenze, che rendono la domanda turistica così variegata e frazionata, l’offerta turistica nazionale [e provinciale] dovrebbe tentare di prevedere tali trend.
Intercettandoli prima di altri, potremmo trarne un vero vantaggio competitivo.