Picasso ad appena 20 anni era già un genio. Si affaccia sulla scena artistica parigina e manifesta totalmente i segni della sua grandezza. Il giovanissimo pittore di Malaga, che ha la mano di un Raffaello e una sensibilità novecentesca, diventa subito il simbolo dell’invenzione dell’arte del Novecento. Esprime la sua personalità nel mondo dei caffè parigini. La ricca tavolozza di Picasso, a contatto con l’arte severa di Toulouse-Lautrec, si va gradualmente raffreddando. Si apre il cosiddetto periodo blu del pittore spagnolo, che i critici datano dal 1901 al 1904. Come Toulouse-Lautrec, Picasso, tuttavia, è ispirato dalle figure più marginali dei bassifondi della capitale francese: prostitute, saltimbanchi e povere operaie. Il colore per descrivere questo mondo notturno non può che essere il blu. Nella “Stiratrice” (1901) il blu richiama l’oscurità e l’umidità di ambienti malsani e la fatica del lavoro manuale. Ne “Il Pasto del Cieco” (1903) l’artista esprime, invece, l’assenza di luce di chi non ha mai potuto conoscere i colori. Emerge, quindi, dalle opere di Picasso di questo periodo il colore dei bassifondi.
Casalino Pierluigi, 27.12.2010.