Il problema delle fonti online: è solo questo o c'è dell'altro?
Il problema delle fonti online è indubbiamente uno di quelli che attraversa questi anni di forte conflitto tra old e new media.
Da quando sul web è possibile per tutti inserire informazioni, è nata l'esigenza di valutare l'attendibilità di queste fonti. E su questo punto si è aperto un dibattito che a mio avviso non può essere sciolto in modo sbrigativo.
I più sembrano infatti cedere alla soluzione più semplice: le fonti online sono giudicate meno attendibili delle fonti cartacee e quindi si tende a riportare tutto all'ordine pre-web. La soluzione sarebbe verificare se la fonte digitale è stata scritta o riportata da chi ha già riconoscimenti nel mondo ufficiale, accademico, cartaceo e tipografico. In questa fase di transizione sembra l'unica soluzione possibile, per evitare il caos totale. Non nego che anch'io, ancora oggi, giudico spesso le fonti in questo modo.
Ma questa è una soluzione decisamente reazionaria, e la vicenda non può certo finire così. Perchè se così fosse tutta la rivoluzione più che copernicana avviata con la diffusione e la costruzione pubblica del sapere si concluderebbe con un nulla di fatto. E invece non è così. Alla fine - e qui si tratterà di vedere solo tra quanti anni - non prevarrà il vecchio mondo accademico, dei titoli, dei ruoli, delle decorazioni passate. Prevarrà il nuovo mondo.
Che qualcosa era definitivamente cambiato lo dimostrò per la prima volta la nota vicenda del confronto tra le voci di wikipedia e l'enciclopedia Britannica. Ne riporto una sintesi con qualche link, per chi non ne fosse a conoscenza.
Da quando sul web è possibile per tutti inserire informazioni, è nata l'esigenza di valutare l'attendibilità di queste fonti. E su questo punto si è aperto un dibattito che a mio avviso non può essere sciolto in modo sbrigativo.
I più sembrano infatti cedere alla soluzione più semplice: le fonti online sono giudicate meno attendibili delle fonti cartacee e quindi si tende a riportare tutto all'ordine pre-web. La soluzione sarebbe verificare se la fonte digitale è stata scritta o riportata da chi ha già riconoscimenti nel mondo ufficiale, accademico, cartaceo e tipografico. In questa fase di transizione sembra l'unica soluzione possibile, per evitare il caos totale. Non nego che anch'io, ancora oggi, giudico spesso le fonti in questo modo.
Ma questa è una soluzione decisamente reazionaria, e la vicenda non può certo finire così. Perchè se così fosse tutta la rivoluzione più che copernicana avviata con la diffusione e la costruzione pubblica del sapere si concluderebbe con un nulla di fatto. E invece non è così. Alla fine - e qui si tratterà di vedere solo tra quanti anni - non prevarrà il vecchio mondo accademico, dei titoli, dei ruoli, delle decorazioni passate. Prevarrà il nuovo mondo.
Che qualcosa era definitivamente cambiato lo dimostrò per la prima volta la nota vicenda del confronto tra le voci di wikipedia e l'enciclopedia Britannica. Ne riporto una sintesi con qualche link, per chi non ne fosse a conoscenza.
2005. La rivista scientifica Nature condusse uno studio da cui risultò che la qualità di wikipedia era pari a quella dell'enciclopedia Britannica. Il numero di errori riscontrato si equivaleva.
Wikipedia esultò.