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MARX VERSO IL BICENTENARIO. UNA RIFLESSIONE

Di Karl Marx mi sono già occupato sul web (anche su Asino Rosso) a più riprese con diverse considerazioni. Ora ad un anno dall'inizio delle commemorazioni (ci sia augura intellettuali e non politicizzate) di un pensatore comunque rilevante non solo nella storia del pensiero dell'umanità, fioriscono analisi e pubblicazioni in ricordo della figura e dell'opera del filosofo di Treviri. Non c'è anno che non si parli di Marx, è vero, però l'anno prossimo se ne tornerà a riparlare in modo torrentizio. Non c'è, infatti, di essere politicamente d'accordo con Marx per capire la cifra del suo patrimonio filosofico e culturale. Per chiunque accetti questa tesi, sarà utile fare un quadro del marxismo dalla morte dello stesso Marx (1883) ad oggi. Come è ovvio non si riuscirà mai ad esaurire in uno studio singolo il senso del lascito marxiano (e non marxista come spesso si tende a dire). Quando si parla di Marxismo, si finisce di discutere di socialdemocrazia, di revisionismo, di rivoluzione, di filosofia e marxismo, di politica e marxismo, di economia e marxismo. Da un tale dibattito a più voci emerge un percorso asimmetrico, in cui il marxismo si tinge di colori diversi e talora inediti o riscoperti secondo le tradizioni in cui si radica l'idea base. La discussione non manca poi del comunismo e delle teorie critiche del secondo Novecento, con particolare riferimento alle esperienze storiche in Asia, in America Latina e nel mondo anglosassone, ma anche in Francia e in Italia. Da ultimo non va trascurata la grande questione che fa interagire il marxismo con aspetti meno militanti quali l'estetica, la psicoanalisi, l'antropologia, il femminismo e altro ancora, soprattutto dopo il crollo delle statolatrie marxiste. Il compito di queste riflessioni dovrebbe essere quello di risolvere non solo dubbi, ma anche sanare qualche incertezza che si può avere sugli sviluppi del marxismo, nonostante tutto, ma anche per recuperare il significato (o meglio un significato adeguato del pensiero di Marx, senza confonderlo con quello dei suoi interpreti o fautori). Ciò posto, sarebbe utile rileggere qualche testo di Marx a fronte di un'analisi critica di temi e problemi dell'economia contemporanea. Opportuno, credo, sarebbe, inoltre, il determinare una valutazione teoretica seria del marxismo ai giorni nostri e dell'importanza che può avere oggi per tutti noi. In un mondo finanziarizzato e globalizzato, segnato da bibliche migrazioni e da conflitti etnico-religiosi, possiamo ancora fare il nostro paradigma di Karl Marx? E, se si,come? Difficile entrare nel merito di queste spinose problematiche, ma forse è ancora troppo presto (e non spetta certamente a chi scrive) assumersi in maniera attendibile in un simile compito.
Casalino Pierluigi

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