Roby Guerra
Gli
istituti comprensivi? Un problema!
(Armando
editore, 2014)
Da
un sondaggio che ne rileva le criticità a una proposta che ne
promuove il decollo
MATTEO ALFREDO BOCCHETTI
MATTEO ALFREDO BOCCHETTI
Alla
lente di ingrandimento gli Istituti. Un sondaggio effettuato con la
somministrazione di 1127 questionari a operatori scolastici di
Istituti Comprensivi di diversa dimensione in diverse aree
territoriali ne rileva le tante criticità sul piano organizzativo e
didattico. La soluzione? Una diversa dirigenza e una nuova cultura
docente. L’azione di formazione del MIUR è dispersione di risorse
finanziarie. I docenti ne denunciano l’inefficacia. In questo libro
una proposta organizzativa per un loro decollo di qualità così come
richiedono Le Nuove Indicazioni Nazionali.
Matteo
Alfredo Bocchetti, laureato in Pedagogia presso l’Università di
Bari, è Direttore Didattico in pensione, ricercatore ed esperto in
problematiche pedagogiche.
Introduzione
di MAURIZIO TIRITICCO
In
Stile Armando classico (originariamente, anni 50! del novecento,
storicamente e tutt'oggi tra i focus editoriali), Bocchetti
interviene nel sempre più costante dialogo a piu voci sulla Scuola
e le metodologie, la sua quasi cronica malattia rispetto ai suoi
scenari desiderabili: in Italia prevale un percorso a handicap di
lunga data che spiega magari tanti effetti collaterali.
L'autore
più che filosefeggiare o rilanciare strategie di ieri, oggi e
futuribili, inferibili dalla storia della pedagogia prima e delle
scienze dell'educazione poi e scienze sociali affini, privilegia
programmaticamente un diretto metasondaggio statistico a professori e
operatori scolastici da cui risultati flagranti e indicativi.
La
scuola italiana non funziona e da un pezzo: gira e rigira,
praticamente i 2/3 della per cosi dire Classe Dirigente scolastica e
le loro filosofie metodologie scolastiche andrebbero rottamati: per
una nuova cultura basata su paradigmi non solo conoscitivi
aggiornati, al passo con le diverse dinamiche concettuali
umanistiche, religiose, sociali, scientifiche, finanche letterarie.
Non
a caso il libro ha come per incipit di Papa Bergoglio:
"...Discorso
del Santo Padre Francesco al mondo della Scuola italiana
Amo
la Scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così
dovrebbe
essere! Ma non sempre riesce ad esserlo, e allora vuol dire che
bisogna
cambiare un po’ l’impostazione. Andare a Scuola signifi ca aprire
la
mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti,
delle sue
dimensioni…
Nei primi anni si impara a 360 gradi, poi pian piano si approfondisce
un
indirizzo e infi ne ci si specializza. Ma se uno ha imparato
ad
imparare, – e questo è il segreto, imparare ad imparare! –
questo gli
rimane
per sempre, rimane una persona aperta alla realtà!
Gli
insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti"....
Appunto,
quel che poi l'autore, scendendo in campo nella parte finale del
volume, presuppone è un superamento esplicito, sia della vecchia
scuola gentiliana e autoritaria che quella permissiva specularmente
liberale e socialisteggiante, post 68.
Più
che grandi visioni del mondo e eroiche ascese dello Spirito o
programmazioni di soggetti adulti retorici per il successo o la
rivoluzione, più o meno discutibili, secondari quasi i contenuti e i
software: piu importante educare (educere- estrarre le potenzialità),
a
"Imparare a Imparare", relativizzando in certo senso il
sapere acquisito.
Soprattutto,
educatori dalla mente aperta e amanti della conoscenza come
curiosità, per "distillare" i memi del piacere del sapere,
possibilmente con strategie ad personam e verticali, a seconda delle
equazioni personali dei giovani o giovanissimi studenti, sia dei
diversi menu conoscitivi potenziali, ma pure viceversa verso il
proprio Sé come docenti.
In
modulazioni e ruoli nuovamente e trasparentemente differenziati tra
insegnanti e studenti stessi, con particolare urgenza per le scuole
elementari e medie.
L'autore
segnala anche la necessità di un certo ritorno, come avvenne nel
secondo novecento, fino al 68, della ricerca pedagogica come griglia
di riferimento (le proposte storiche di proposte metodologiche e
didattiche di Bruner, Dyenes, ecc. e molti ricercatori italiani,
ricordando anche il grande contributo per quella stagione di indubbia
alfabetizzazione almeno potenziale da una serie di iniziative
extraistituzionali o "dal basso" quali le sollecitazioni
dello stesso Tullio De Mauro, certo conseguente “vocabolario di
base”, come le cosiddette “Dieci tesi per l’educazione
linguistica democratica”, negli anni Settanta , già tumultuosi,
dal GISCEL.
Valga
per ogni innovativa strategia empirica il gioco quasi del
,“Laboratorio dell’acqua”: vasi comunicanti; galleggiamento;
osmosi; capillarità; bollitura, ed evaporazione; distillazione; peso
specifico, galleggiamento, di valore prototipico come paradigma:
e come puntualizza l'autore, di facile realizzazione non
tecnologicamente dispendiosa, anzi, specie di "scienza povera"
ad hoc.
Il
volume ha poi per brillantissimi sipario una nota di Elena Cattaneo
(docente di biotecnologie) che ribadisce l'obiettivo principale
didattico dell'insegnare a imparare a imparare, al dubbio cartesiano
magari 2.0, ovviamente, l'insegnante al di là di certo narcisismo e
virtuosismo effettistico d'altri tempi, al contrario come membro di
un 'equiope con spirito scientifico: nuove proposte - riassumendo in
sè - e come hardware sperimentabile anche, naturalmente, rispetto
alle nuove sfide del nostro tempo, dopo la tecnologia e la scienza e
l'effetto del web e la comunicazione .
INfO ARMANDO EDITORE