LE ILLUSIONI SUSCITATE DAL TERZO REICH

Nonostante che la società fosse stata progressivamente nazificata e sottoposta alle spietate leggi razziali imposte da Hitler, i tedeschi ebbero un qualche sentore dello sdegno suscitato all'estero dal regime nazista, ma si osservava che esso non impediva agli stranieri di affluire in massa nel Terzo Reich e di godersi, a quanto sembrava, la sua ospitalità. La Germania nazista, infatti, assai di più della Russia sovietica, era aperta a tutti gli osservatori stranieri. L'industria del turismo prosperava e faceva entrare ingenti quantitativi di valuta straniera, di cui la Germania aveva bisogno. Inoltre, a differenza della Russia sovietica, la Germania nazista consentì a tutti i suoi cittadini (salvo a qualche soggetto il cui nome era scritto nel libro nero della polizia segreta), di viaggiare all'estero: questa libertà di movimento era peraltro ridotta notevolmente dalle restrizioni valutarie, causate dalla scarsità di valuta estera nel paese; queste restrizioni comunque furono meno rigorose di quelle per i cittadini britannici dopo il 1945. Il fatto è che i dirigenti nazisti non erano preoccupati che il tedesco medio potesse essere contaminato dall'anti-nazismo visitando i paesi democratici. In apparenza, poi, i dirigenti nazisti non avevano nulla da nascondere su questi temi. Uno straniero, anche se anti-nazista, poteva venire in Germania e vedere e studiare ciò che voleva, ad eccezione, naturalmente, dei campi di concentramento e, come in ogni paese del mondo, delle zone e delle installazioni militari. E molti entravano in territorio tedesco e molti ne ripartivano se non proprio convertiti all'idea nazista, almeno più tolleranti verso la "nuova" Germania e convinti di aver visto "risultati concreti". Persino uomini come LLoyd George poté fare visita ad Hitler nel 1936 e ripartire affascinato dal dittatore tedesco al punto da elogiarlo in ogni sede come "un grande uomo" che aveva le vedute e le volontà necessarie per risolvere i problemi sociali di una nazione moderna: soprattutto quello della disoccupazione, piaga che ancora affliggeva la Gran Bretagna. I giochi olimpici del 1936,del resto, offrirono alla Germania un'occasione d'oro per impressionare il mondo: persino le insegne che bandivano gli ebrei furono rimosse da ogni luogo e la persecuzione verso gli stessi ebrei e le chiese cristiane vennero sospese. Anzi alla vigilia della guerra si arrivò anche ad un modus vivendi con la Chiesa Cattolica, che non fu rispettato che a parole, come provò la legge sulla sterilizzazione che offendeva in particolare la il Vaticano e l'adozione di altri provvedimenti ostili nei confronti dei cattolici, del clero cattolico e delle associazioni e dei giornali di fede cattolica. Analogo clima favorevole si instaurò con i protestanti tedeschi: grande fu la loro delusione successivamente dopo anni di fiducia accordata al nazismo. I turisti, specialmente inglesi e americani, restarono colpiti favorevolmente dalla cordialità del clima d'accoglienza in atto durante le Olimpiadi del 1936, oltre che dall'esperimento politico in corso in Germania: nessuno tuttavia si rendeva conto della mostruosa metamorfosi che si stava verificando in realtà in quel paese e che si fondava sulla crescente ondata di misure pubbliche in senso discriminatorio e non solo verso gli ebrei, ma che presto, molto presto avrebbe portato alla scientifica eliminazione di massa di questi ultimi.
Casalino Pierluigi, 2.07.2014