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La Prassede ferrarese

30 giugno 2014

Londra, da Christie's la "Santa Prassede": il mercato dirà se è un Vermeer o un Ficherelli - Foto

*di Marina Mojana

Sarà Vermeer o sarà Ficherelli? Da oltre quarant'anni si discute sulla sua attribuzione e ora il mercato darà la risposta definitiva. Nella sera di martedì 8 luglio, la «Santa Prassede» firmata e datata "meer 1655" (ma le firme sono due ed entrambe poco convincenti), passerà di mano da Christie's Londra, offerta per 6-8 milioni di sterline.
C'è molto rumore nell'aria. Gli specialisti scuotono il capo, i neofiti si confondono, gli addetti ai lavori discutono appassionatamente, mentre le voci che incalzano fanno il gioco della casa d'aste che batterà il lotto 39. Si tratta di un bellissimo brano di pittura seicentesca raffigurante la giovane Prassede nell'atto di disobbedire a un ordine dell'Imperatore e di raccogliere il sangue dei martiri cristiani con una spugna, strizzata fino all'ultima goccia in un versatoio d'argento sbalzato.
L'olio su tela (cm 101,6 x 82) fu acquistato come Vermeer nel 1987 da Barbara Piasecka-Johnson (1937-2013), celebre collezionista polacca di pittura caravaggesca del XVII secolo, dalla galleria antiquaria Spencer Samuel & Co di New York, che l'aveva a sua volta comprata nel 1969 dai coniugi americani Erna e Jacob Reder, i quali la possedevano fin dal 1943 con l'attribuzione al fiorentino Felice Ficherelli (1605-1660).
La casa d'aste, venditore per conto della Barbara Piasecka- Johnson Foundation, ha fatto di tutto per avvallare l'autografia del dipinto al più celebre pittore di Delft (1632-1675): la posizione dell'opera nella terza pagina del catalogo; la quotazione indubbiamente importante (l'attuale record di Vermeer è di 16,2 milioni di sterline sborsati nel luglio del 2004 per «A young woman seated at the virginals» del 1670, aggiudicata da Sotheby's Londra). Infine l'avere glissato in bibliografia su uno studio di Francesca Baldassari, massima esperta di Seicento fiorentino, che nel 2008, nella monografia dedicata al toscano Simone Pignone (pure autore di una «Santa Prassede» oggi al Louvre) riferiva in modo convincente la tela Piasecka-Johnson alla mano del Ficherelli.
A sostegno dell'attribuzione all'olandese c'è una recente analisi tecnica dei materiali pittorici, condotta dal Rijksmuseum in collaborazione con l'Università di Amsterdam. L'esame ha appurato che il bianco di piombo utilizzato nella tela in asta è riferibile a un artista olandese e ha stabilito una stretta connessione con un'altra opera degli esordi di Vermeer, «Diana e le ninfe al bagno», datata 1653-54, ora conservata al Mauritshuis dell'Aia . In entrambi i dipinti, si conclude, venne usato lo stesso pigmento. La questione, tuttavia, non è tecnica, ma storico-artistica.
Prassede fu una martire romana; il suo culto e la sua immagine erano molto diffusi in ambito cattolico e visse un revival di devozione nella Firenze del XVII secolo, sotto il governo dei Granduchi di Toscana, noti per essere molto pii e bigotti. La dipinsero in parecchi artisti della corte dei Medici, tra cui il Pignone e il Ficherelli, di cui si conosce, fin dagli anni '70, una seconda versione nella collezione dell'ingegnere Fergnani di Ferrara. Nella mostra Vermeer. Il secolo d'oro dell'arte olandese alle Scuderie del Quirinale di Roma (chiusa il 20 gennaio 2014) i due quadri erano esposti vicini, pressoché identici nelle misure e nella composizione. La Prassede ferrarese è soltanto più sporca e restaurata.
Ma se la Prassede Piasecka fosse stata dipinta da Vermeer, come e quando il pittore di Delft vide la prima versione del più maturo Ficherelli? Non si hanno notizie documentarie di un viaggio in Italia del giovane olandese, che nel 1652 era rimasto orfano di padre; a soli 20 anni aveva dovuto prendere in mano gli affari di famiglia (tessitori, locandieri e mercanti di opere d'arte) e poi prendere moglie l'anno successivo. Dove poté vedere il modello di Ficherelli, per altro soprannominato "Il Riposo" perché a fatica si allontanava da Firenze?
L'attribuzione a Vermeer non convince una buona parte della comunità scientifica internazionale e attualmente la storiografia inserisce la «Santa Prassede» Piasecka fra le pochissime opere di incerta attribuzione, che affiancano le 34 certe dell'artista.

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