Dai renziani dell'Emilia-Romagna arriva il via libera alla candidatura del ferrarese Paolo Calvano alla segreteria regionale. Il placet arriva dalla riunione tenuta ieri mattina all'hotel "Il Guercino" di Bologna. Una riunione convocata per esaminare la richiesta del coordinatore Matteo Richetti, che insieme al segretario uscente Bonaccini e agli altri due possibili sfidanti, il consigliere regionale Giuseppe Paruolo e il deputato forlivese Marco Di Maio, hanno lanciato il nome dell'attuale segretario provinciale di Ferrara.
Un nome che aveva iniziato a circolare già l'anno scorso, quando Bonaccini sembrava orientato a tentare la candidatura a sindaco di Modena. A nicchiare sul nome del ferrarese erano stati i renziani della prima, che puntavano su un proprio uomo per sostenere quello che Richetti ha definito "un cambiamento di verso" anche in Emilia-Romagna.
Da qui ne discende il sì con riserva affidato a Calvano, al quale si chiede una "discontinuità vera": "siamo pronti a sostenere Calvano – ha detto all'agenzia Dire Richetti – se il progetto è quello di cambiare verso anche nella nostra regione". Per stringersi la mano i due si vedranno nei prossimi giorni.
Da qui ne discende il sì con riserva affidato a Calvano, al quale si chiede una "discontinuità vera": "siamo pronti a sostenere Calvano – ha detto all'agenzia Dire Richetti – se il progetto è quello di cambiare verso anche nella nostra regione". Per stringersi la mano i due si vedranno nei prossimi giorni.
Per contraccambiare la fiducia il segretario ferrarese dovrà partire dalle regionali del prossimo anno, che dovranno essere condite da un "forte tasso di innovazione alle prossime regionali". La Dire sostiene inoltre che l'intesa spesa su Calvano è un modo anche per provare a "superare la distinzione tra renziani della prima, seconda e terza ora", come spiegano alcuni partecipanti all'incontro bolognese.
A molti non sfuggiva infatti il passato recente di Calvano, ex bersaniano di ferro (era stato nominato coordinatore dei circoli della regione). Tanto che alla fine non è stata raggiunta l'unanimità sul suo nome, con qualcuno che si è riservato di riflettere ancora. "Ciò dimostra – commenta Luigi Marattin, presente in rappresentanza dei renziani di Ferrara – che per quanto ci riguarda non vi è alcuna differenza "di marchio" tra chi sostiene Renzi fin dall'inizio e chi, come Paolo, inizialmente lo avversava. Le vere preclusioni ce le abbiamo sul carico di innovazione e di coraggio che saprà contribuire a portare nel pd regionale. L'Emilia Romagna si trova ad un bivio cruciale, con la fine di un modello di governo (e di società) durato decenni e che ora va ripensato radicalmente (dai trasporti alla sanità, dai servizi pubblici ai corpi intermedi). Un momento cruciale sarà la scelta del Presidente della Regione, ma – in questo quadro – che fisionomia dare al Pd regionale diventa una variabile molto importante per contribuire a determinare quel processo di profondo cambiamento di cui questa Regione ha bisogno".
"Per quanto mi riguarda – chiude Marattin – spero che Paolo decida di candidarsi ma, soprattutto, lo faccia con un coraggio e un'innovazione senza precedenti. Se sarà così, e se sarà così fino in fondo, personalmente lo voterò".