LA REPUBBLICA di Platone. Luci e ombre.

La Repubblica di Platone costituisce la disperazione di coloro che odiano Platone, sia di quelli che lo amano. I suoi nemici non sanno perdonargli la sua influenza e il suo prestigio, e quindi non possono ignorarlo; ed egli non vuole tenersi entro la linea tracciata per lui da chi lo ammira, ma invade il campo nemico. Attacca nel nome della stabilità i pilastri della società borghese: la proprietà privata e la vita familiare. Nella Repubblica si può trovare l'invito a predicare la rivoluzione sociale, il rovesciamento del capitalismo e del potere del denaro, ma vi si può trovare, ad un tempo, una giustificazione della coesistenza di due diversi sistemi di educazione, uno per i Pochi e l'altro per i Molti, e della classe dirigente ereditaria. Si agitano nelle sue pagine i principi politici di Rousseau, di Burke e di Marx. Si può citare l'opera a suffragio di due teorie di governo assolutamente antitetiche: quella di un governo di tecnici, o quella di un governo di dilettanti provenienti da sodalizi accademici. La fama di Platone, comunque, ha sofferto non meno per effetto dell'adulazione che delle censure. La maggiore obiezione alla teoria politica di Platone sta nella teoria di un governo assoluto, esercitato da un gruppo di persone, la cui pretesa di possedere una saggezza superiore e una conoscenza infallibile non deve mai venire posta in discussione.
Casalino Pierluigi, 2.06.2014