Radio Radicale: L'in dustria che non c'è più

 


Come sta l’industria italiana?

Mezzo milione di posti di lavoro persi negli ultimi 5 anni. Tasse sulle imprese al 57%, venti punti in più della Germania. Costo dell’energia alto più del triplo degli altri paesi europei. Fino agli anni settanta eravamo leader mondiali per produttività, ma oggi siamo il fanalino di coda fra i paesi più industrializzati. Negli ultimi decenni abbiamo letteralmente abbandonato settori in cui primeggiavamo, come l’informatica e l’elettronica di consumo. E siamo usciti anche dal salotto buono della chimica. Con la chiusura dell'Ilva cambierà l'intero settore.

L’Italia oggi sconta la totale assenza di una politica industriale, con gravi costi economici e sociali. I Paesi che meglio hanno reagito alla crisi e quelli che meglio stanno agganciando il treno della ripresa sono quelli che in questi anni si sono dotati di una politica industriale, come la Germania e molti Paesi emergenti. In Italia, però, negli ultimi vent’anni abbiamo parlato di tutto fuorché di industria.

 

http://www.fainotizia.it/inchiesta/26-11-2012/politica-industriale-italia-ilva-olivetti-eni


Francesco Trapanotto ha raccolto per FaiNotizia.it il parere di Gianfranco Polillo, sottosegretario ministero economia - Pier Luigi Celli, direttore generale Luiss, Giampaolo Galli, ex direttore generale Confindustria - Michele Governatori, economista e membro della direzione dei radicali italiani - Angelo Mellone, giornalista e scrittore - Marco Valerio Lo Prete, giornalista del Foglio - Elena Lattuada, segretario confederale Cgil - Lino Capolupo, ex dirigente Eni.

 

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