Il Dossier 2012 "Mosaico di mafie e antimafie" evidenzia come a regione sia un territorio per fare affari illeciti, introducendosi nel tessuto produttivo e avviando giri di droga, estorsione, riciclaggioUna terra, l'Emilia-Romagna, non di mafia ma "appetibile per i boss. Qui le cosche non puntano al controllo militare del territorio, ma al controllo del tessuto produttivo: la regione è vista come una grande 'lavanderia' dove ripulire proventi illeciti, sia con le forme classiche del riciclaggio che tramite l'usura". È quanto emerge, in una nota introduttiva, dal Dossier 2012 di Libera Informazione ribattezzato "Mosaico di mafie e antimafie. I numeri del radicamento in Emilia-Romagna", presentato a Bologna.
La regione, viene osservato ancora nella nota introduttiva allo studio (lavoro che tocca tutti gli snodi centrali dell'attività mafiosa: dalla droga al riciclaggio, dalle estorsioni e usura alle ecomafie, sino all'agroalimentare, al rapporto tra mafie e imprese e alla confisca dei beni) appare come un luogo dove "fare affari coinvolgendo quegli imprenditori che vedono nei clan la chiave per superare le difficoltà della crisi e implementare i propri affari".
In Emilia-Romagna, osserva il presidente di Libera Informazione, Santo Della Volpe, "la mafia continua ad esserci, continua il suo tentativo di entrare nell'economia legale attraverso il riciclaggio. Prosegue il suo tentativo di penetrazione" nel tessuto economico e produttivo: un tentativo reso ancora più incisivo dalla necessità di avviare la ricostruzione post-sisma... C
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/12/14/news/dossier_libera_emilia-romagna_mafia-48743633/