Ferrara: quando la... Radio diventa storia


Nel suo negozio Gabriele Rosini conserva 150 pezzi d’epoca Un museo che racconta un pezzo della nostra vita Dall’alto della sua autorevolezza, in qualità di “pezzo” più antico, la Marconiphone V2 degli anni ’20 campeggia in vetrina. Accanto, non meno orgogliosa del suo appellativo di Rolls Royce delle radio, c’è la Imca anni ’30. Cariche di ricordi drammatici, ecco la Radio del Popolo di mussoliniana memoria, programmata per impedire la ricezione di Radio Londra, e la coeva Radio Rurale, commissionata dal Regime a prezzi agevolati per assicurarsi la diffusione capillare della propaganda (corsi e ricorsi...), le cui caratteristiche accette incrociate venivano puntualmente “spuntate” dai partigiani. Non meno espressivi il “Formaggino” Philips, dalla caratteristica forma a punta, e la radio “Prosciutto”, così detta per la sua foggia simile a un salume disossato.
E’ un libro di storia a modulazione di frequenza quello conservato nel negozio di riparazioni radio di Gabriele Rosini, decano degli elettrotecnici ferraresi (ha avviato l’attività nel 1952, insieme al fratello Giancarlo) nonché grande appassionato di radio d’epoca, grammofoni, mangiadischi e altri oggetti di modernariato.
In via Bagaro 78, anno dopo anno, pezzo su pezzo, Rosini ha costruito una straordinaria collezione che rappresenta uno spaccato dell’evoluzione della radio durante il Novecento e al tempo stesso un personalissimo modo di raccontare come è cambiata la nostra vita nell’ultimo secolo. A partire dal 1960, spulciando instancabilmente tra mercatini e fiere dell’elettronica, Rosini ha riunito 150 esemplari, li ha rimessi in funzione e ne ha restaurato il mobile facendoli risorgere a nuova vita. Una raccolta che ora ha raggiunto dimensioni tali da poter offrire materiale sufficiente all’allestimento di un vero e proprio museo, una realtà che potrebbe arricchire con un contributo assolutamente originale il patrimonio espositivo cittadino.... C
 
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