Netfuturismo, scuola dopo il web e studenti postmoderni... di ANTONIO SACCOCCIO


 

Sulle manifestazioni pacifiche, buoniste e legalissime di responsabili e rispettosi cittadini postmoderni

 
Lo scorso sabato 24 novembre c'è stata infine la manifestazione contro i provvedimenti del governo in materia scolastica. Mi offre lo spunto per parlarne l'amica Helena Velena, che ha ironizzato amaramente qualche giorno fa sull'"ecumenico buonismo pacifista delle passeggiatine". La ringrazio perchè così mi sento meno solo nel deprimermi di fronte a tanto misero spettacolo. Sul fatto che le manifestazioni siano rilassanti e divertenti passeggiate tra amici credo non ci siano più tanti dubbi. Che poi ci sia lì in mezzo qualcuno che dà qualcosa in più è per la legge dei grandi numeri possibile e probabile. Ma in questo caso l'ironia di Helena Velena ha colto nel segno per due motivi. Innanzitutto perchè se si sta protestando contro qualcosa non si può andare fieri di non aver creato problemi all'ordine pubblico. Non si può essere soddisfatti che il potere ci qualifichi come "ordinati", "civili", "rispettosi", etc. Perchè? Vediamo: l'ordine è qualcosa di poliziesco che in queste situazioni andrebbe respinto radicalmente; per civiltà bisogna vedere cosa si intende, perchè se è civiltà il sistema soffocante che abbiamo costruito fino ad oggi, allora preferiamo essere incivili; di rispetto si potrebbe anche parlarne, ma coloro che gestiscono il potere non sono certo rispettosi nei nostri confronti, quindi il minimo che si possa fare è trattarli allo stesso modo. Il fatto è che il sistema dominante di pensiero si è ormai imposto nelle docili menti global-ammaestrate in modo talmente subdolo e convincente, che i pacifici cittadini manifestano oggi contro quelle stesse persone dalle quali poche ore dopo si aspettano il plauso per essere rimasti bravini bravini nei confini della legalità e della civiltà! E' una condizione di asservimento psicologico, di subordinazione totale da cui ormai in pochissimi riescono a sottrarsi. E così sabato abbiamo persino registrato il plauso delle questure cittadine, che si complimentavano con i manifestanti perchè sono stati pacifici e buonini al posto loro. Una bella inutile passeggiata nei centri cittadini. Il punto è che dissentire da un sistema prevede un linguaggio e modalità di espressione eversive e sovversive. Bisogna portare lo sconvolgimento della quotidianità in queste contestazioni, altrimenti non si può mai realmente lasciare il segno. E qui giungiamo direttamente al secondo nodo della questione: l'incapacità di manifestare sovvertendo l'ordine stabilito (dal potere dominante) è diretta conseguenza dell'incapacità di concepire modalità esistenziali radicalmente differenti da quelle note e date. Andando a vedere poi in fondo alle motivazioni di questa protesta, la gente non chiede un mondo differente: chiede fondi per la scuola. Tutto deve continuare così com'è, ma con più soldi. Non c'è nessuna richiesta di una revisione della scuola.... C
 
ANTONIO SACCOCCIO