Gianni Venturi e il Rinascimento Affaire a Ferrara *da Estense com

La pubblicità di Intimissimi con i gessi e le sculture di Canova come sfondo

La battaglia del presidente Gianni Venturi contro la ‘chiusura’ dell’Isr

 

Da Vedova e Manzoni ai Diamanti, dal Living theater e Carmelo Bene al Comunale, da Ronconi e Sanguineti in piazza Municipale per arrivare all’’incendio del Castello, ai Baloons, ai Buskers, alla Vulandra. È la parabola dell’arte e della cultura negli ultimi decenni a Ferrara. Che rischia di portarci in giro per il mondo in mutande. Pardon, in lingerie.

A tratteggiare forse con più amarezza che polemica questa “evoluzione” è Gianni venturi, che nel suo blog di Estense.com (vai all’articolo) ricorda gli anni ’70 della Ferrara che puntava sull’avanguardia. “Anni indimenticabili – sospira l’intellettuale ferrarese – che la politica dei grandi eventi ha cancellato con ingessate e celebri rappresentazioni o mostre dentro il cerchio della tradizione e al massimo con un filino di provocazione”. Il segreto di allora fu quello di “uscire dalle mura per offrirsi al mondo anticipando scelte e personaggi che il tempo ha reso fondamentali nella storia del Novecento”. Un impulso e una vocazione che non conosceva pari a livello di città d’arte di medie dimensioni. Tanto che proprio da quel fervore scaturì in Venturi l’idea dell’Istituto di studi rinascimentali.

Già, proprio quello che dopo aver fatto conoscere in tutta Europa e Oltreoceano il Rinascimento ferrarese, ora verrà trasformato in “ufficio comunale”. Un arretramento che il presidente dell’Istituto di studi rinascimentali non digerisce. “Ferrara ormai tutta perbenino non ha più bisogno di spinte d’avanguardia. Ci si accontenta di ricalcare il sicuro e ciò che rende in funzione turistica. Va di moda il sicuro ciò che non provoca rischio e che rende in funzione d’approvazione e di consenso”. Appunto l’incendio del Castello, i Baloons, i Buskers…. Insomma, tutto quello che “in qualche modo non disturba a differenza dell’avanguardia o di una cultura alta inevitabilmente aristocratica che produce scienza e sapienza e non spendibile economicamente”.... C

 

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