Oggi l'Italia è divisa tra Monti e Berlusconi e tutto il resto è sparito. La sinistra? Braccio mancino di Monti. La destra? Longa manus di Re Silvio. Il centro? Tecnocasa dei centristi, arrampicata sui Monti. L'antipolitica? Ora la precedenza va all'antifinanza che affama i popoli. Sembra che la lotta elettorale si giocherà su quel referendum e gli altri dovranno inevitabilmente cercarsi un ruolo riflesso o aggregato.
Per la sinistra comincia l'inseguimento dell'agenda altrui. Staranno con Monti o dovranno tentare la difficile Terza Posizione, contendendo il ruolo a Grillo? Intendiamoci, sulla carta i favoriti restano loro e il ritorno del Re Cidivo è malvisto da tanti. Ma se la campagna elettorale sarà giocata sulla continuità o la discontinuità del governo Monti, come sembra, la sinistra sarà spiazzata e spaccata, considerando che gli alleati Vendola e Di Pietro propendono per la discontinuità. Oligarchie tecno-finanziarie o Popolo sovrano? Soffrire per la contabilità o salvare la vita della gente? Se questa è l'alternativa per gli italiani, come si posizionerà Bersani? Sarà difficile sia giustificare il loro appiattirsi sulle posizioni tecno-finanziarie di Monti, che il loro divergere ma conservando l'antagonismo verso la «destra irresponsabile» di Riciccio Berlusconi. Piaccia o no, il tema del voto è cambiato: Vivi o Monti?