Post-Islam?


Pierluigi Casalino

Il fenomeno non è nuovo, ma si rifà ad una tendenza poco nota in Occidente, forse con  la complicità di media non informati o volutamente reticenti per ragioni spesso legate alla convenienza politica o conformismo. La spinta alla laicità nel mondo arabo e musulmano in genere risale all'epoca coloniale e si rafforza negli anni Cinquanta, penalizzata da logiche di potere e sacrificata, purtroppo, sull'altare della guerra fredda, con le conseguenze deleterie che sono ancora in corso. Chi guarda a Tunisi e alla vittoria di un candidato laico alla presidenza del paese nordafricano, non si deve sorprendere (e certamente non sorprende che come chi scrive ha avuto non poche frequentazioni del mondo arabo). La laicità è presente e vive nelle società a formazione musulmana da tempo immemore e ha anche partorito, se pur spesso nello stesso quadro islamico, intelletti vivaci e dalla cifra culturale straordinaria. L'ateismo e la laicità sono il contraltare alla famigerata re-islamizzazione dell'Islam, cavalcata da regimi locali e da potenze estranee allo scacchiere mediorientale. Anzi, a fronte dell'assordante propaganda integralista,elementi incoraggianti di ricerca della libertà di coscienza e di credo, se non addirittura di opposizione all'imperante messaggio religioso, aree intellettuali sempre più vaste, si fanno strada dal Libano al Nord Africa, Egitto compreso, al Pakistan non arabo, ad altri paesi dell'ecumene islamico. Non basta però prenderne atto, occorre approfondire la portata di questa ansia di libertà e di apertura che da più parti emerge in quella regione che va dall'Atlantico all'Oceano Indiano. Se si riflette, anche sotto questo aspetto, la modernizzazione, quella vera, non ha mancato di dare i suoi frutti. La stessa tendenza neo-mistica, che sembra alternativa alla laicità (vedi i predicatori sufi della televisione pakistana che combattono le derive islamiste come pericolose e controproducenti), ma anche e soprattutto il dibattito difficile e serrato che dal Marocco alla Tunisia, al Libano e, in fondo, nella stessa Turchia di fronte a certe demagogiche proposizioni di vertice, conduce ad una seria rilettura del lascito razionalistico dell'Islam classico, oltre che ad un riesame dell'ipoteca della religione sulle società arabe. Ancora si ignorano i tempi d'affermazione di tale trend, ma inevitabilmente il passo è stato compiuto.
 25.12.2014