Ferrara- La Poetessa Caterina Costanzo (KK) : poesie cosmiche e mistiche, tra Dio e la Scienza dedicate a Papa Bergoglio e al Vescovo Negri



INFO
http://lanuovaferrara.gelocal.it/tempo-libero/2014/09/23/news/raccolta-poetica-della-costanzo-esce-per-la-carmelina-1.9988187

http://lanotiziah24.com/2014/09/roma-lanimae-infinitum-di-kk-intervista/
http://cinquewnews.blogspot.it/2014/09/Robin-Williams-grande-attore-poesia-KK-Caterina-Costanzo.html

RESTO DEL CARLINO  FERRARA  SETTEMBRE 2014   ARCHIVI
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"POESIE DI CATERINA COSTANZO  KK   PER IL PAPA E IL VESCOVO DI FERRARA

KK

Animae et Infinitum

(Le forme dell'Anima in cerca di Dio e d'Infinito)

Nota dell'autrice: Per le Stelle


La materia di cui siamo fatti noi, esseri viventi, qui sulla terra, è la stessa delle stelle. Margherita Hack ci dice che noi, esattamente come le stelle, siamo il risultato dell'evoluzione dell'universo. Il tema dell'origine di tutte le cose ha accompagnato l'evoluzione dell'uomo e le maggiori civiltà della storia hanno dato, nel tempo, le loro teorie, osservando la terra, il cielo, gli elementi. La scienza ci viene in aiuto con risposte sempre più precise al riguardo, ma molto ancora rimane mistero.
Ed è proprio il mistero il motore principale che muove la mente alla continua ricerca. Basta stare col naso all'insù, sotto il cielo stellato, per percepire il mistero, l'incanto dell'universo in cui ci troviamo, e riempirci la mente di domande, riflessioni, desideri, sogni. E pensare che anche noi siamo fatti di polvere di stelle…è davvero fantastico.
Scriveva Walt Withman" Una vasta similitudine incastra tutto, tutte le sfere, cresciute e non cresciute,piccole, grosse, soli, lune, pianeti; tutte le distanze dello spazio, per quanto vaste, tutte le distanze del tempo, tutte le forme inanimate,tutte le anime, tutti i corpi viventi per quanto diversi essi siano, o in mondi diversi essi vivano…"
Non sono forse le sfavillanti stelle,i luminosi pianeti, le incantate costellazioni, la chiave dell'universo e del futuro? L'astronomia è un'affascinante e infinita scienza che collega gli uomini al cielo, racchiude le domande di ogni popolo, asseconda l'innato bisogno di conoscenza. Il cielo è ovunque sopra di noi, veglia su di noi, ci protegge, parla una lingua comune, unisce culture e popoli, illumina l'uomo nella ricerca della verità.Ecco cosa scrisse Giacomo Leopardi nella sua Storia dell'Astronomia:"L'uomo s'innalza per mezzo di essa, come al di sopra di se medesimo, e giunge a conoscere la causa dei fenomeni più straordinari."
Cogliere il mito, il segreto, il fascino che sprigiona ogni astro, guardare il cielo con occhi di bimbo, leggerlo con quelli della scienza, è bellissimo, è un atto d'intelligenza, un omaggio all'infinito, alle comete, al sole, ai pianeti tutti, conosciuti e non, è la libertà con cui una zebra ode il silenzio e s'incanta a guardare il volto della luna, esattamente come me e te, amico, o straniero, pensieroso o libero di passeggiare come un aviatore stanco, per i cieli, di notte, tra le stelle.
Il firmamento, in ogni tempo, ha affascinato molteplici autori, dando voce ai poeti, suoni ai musicisti, immagini d'oro e d'argento ai pittori…Il cielo è silenzio ma anche ritmo, suono che prende, corpo che danza… e quindi è spazio, impazienza, pensiero, emozione.
Alcuni esempi che mi sovvengono.
-Da Domenico Modugno, che nella sua ineguagliabile, universale canzone"Volare"- Nel cielo trapunto di stelle, dipinto di blu, felice di stare lassù-
-Dal desiderio di evasione sentito in maniera straziante dal Leopardi(Recanati-1798-Napoli-1837)che immagina di trovare altrove la felicità e che nel" Canto notturno di un pastore errante dell'Asia" esclama:"Forse s'avess' io l'ale, da volar su le nubi e noverar le stelle ad una ad una, più felice sarei…"
-A Ludovico Ariosto(ReggioEmilia 1474-Ferrara-1533) che nell'Orlando Furioso, fa recuperare da San Giovanni Evangelista e da Astolfo, che sul carro d'Elia si recano sulla Luna, dove si trova tutto ciò che sulla terra viene perduto, il senno di Orlando, impazzito per l'amore, non corrisposto, di Angelica, innamorata di Medoro e per lui irrimediabilmente perduta.
-A Dante Alighieri(Firenze 1265-Ravenna 1321).
Nato sotto la costellazione dei gemelli che, gloriose stelle, ritroverà nel suo straordinario, fantastico viaggio nel "Paradiso".
L'ascesa di Dante di cielo in cielo, nel Paradiso, avviene rapidamente.
L'uomo creato da Dio, tende naturalmente a Dio.
Il Paradiso Dantesco è immaginato secondo le teorie del tempo, cioè tolemaiche. Si compone di dieci cerchi, di materia trasparente,a forma concentrica, e aventi per centro la terra. I primi nove sono mobili e prendono nome, meno gli ultimi due, dai vari astri e sono mossi da un coro di angeli; l'ultimo è immobile ed è l'Empireo.
Dio che è dappertutto ha qui la sua sede, la sua reggia; e qui sono i beati, i quali sono tali per la visione immediata e diretta di Dio.
Il primo cielo è quello della Luna: vi sono le anime che non hanno potuto compiere i loro voti religiosi.
Nel secondo cielo vi sono le anime che operarono per la gloria terrena.
Nel cielo di Venere vi sono gli spiriti amanti.
Il Sole è il cielo dei sapienti, dei dottori della chiesa.
Nel cielo di Marte vi sono coloro che hanno combattuto per la fede.
Nel cielo di Giove si trovano gli spiriti giusti.
In quello di Saturno gli spiriti contemplanti.
In quello delle Stelle fisse Maria Santissima viene incoronata dall'Arcangelo Gabriele.
Nel nono cielo Dante vede gli angeli roteanti in cerchi concentrici,attorno a un punto luminosissimo che è l'Essenza divina.
Finalmente Dante è nel decimo cielo, Empireo, cielo immobile e di purissima luce:"luce intellettual, piena d'amore;amor di vero ben, pien di letizia;letizia che trascende ogni dolzore".
Si vede dapprima un fiume di luce entro due rive ridenti di fiori: dal fiume escono faville che vanno ai fiori, e poi ritornano a immergersi nel "miro gurge". Il fiume di luce prende lentamente la forma di una candida rosa, la cui corolla è formata di cerchi infiniti, a guisa d'un anfiteatro. Le faville e i fiori prendono visibilmente la loro forma:sono, rispettivamente, angeli e beati. Ogni beato ha il suo scanno, il suo seggio,in questo divino anfiteatro. Anche Beatrice, a questo punto, ritorna al suo seggio, e affida Dante a San Bernardo, il quale,a mani giunte, rivolge alla Vergine una sublime preghiera: chiede che a Dante "Ella disleghi ogni nube di mortalità, sicchè il sommo piacer gli si dispieghi".
E Dante con l'aiuto della Vergine, poté affissarsi e contemplare l'Essenza di Dio e vedere in un ultimo fulgore l'unione della natura umana e della natura divina in Cristo; e toccare così il culmine della sua sublimazione, come piacque a "L'Amor che move il sole e l' altre stelle".

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Nota critica di R.Guerra

La poetessa promuove una poetica mistico-cosmica, con forti accenti neoromantici modulati in atmosfere non distanti, infatti, da certa speculazione contemporanea, tra Dio e la Scienza, cara ai vari Teihlard de Chardin, Antonino Zichichi. Va da sè un respiro originalissimo che viene anche da certo - per così dire- Rosa del Cielo di una Els e dalle stesse Maria Maddalena de Pazzi e altre Sante visionarie. Colpisce una creatività di parola che a tratti evoca frammenti di grande suggestione, quasi nanoaffreschi - particolari zoomati quasi da un microscopio senziente e virtualmente in preghiera. Non a caso poesie almeno virtualmente dedicate ai pontefici (e a Papa Bergoglio in particolare e allo stesso Vescovo Negri di Ferrara, come scritto da Il Resto del Carlino della città d'arte estense) più efficaci negli ultimi decenni nel ri-evocare nuovamente un forte messaggio cristiano dopo la cosiddetta modernità: "ridipingendo "- i vari Giovanni XXIII, il Papa Polacco Karol Wojtyla, Papa Ratzinger e appunto Bergoglio il grande umanesimo cristiano e cattolico, alla base, al di là di certa illuministica e di certa retorica sul Medioevo, con vari teologici, scuole gesuitiche ecc. della nascita dello stesso spirito scientifico e della "miglior modernità". Anche gli scienziati quando scoprono le Leggi Naturali, cercano il mistero sempre svelato e sempre inconoscibile cosiddetto Divino.

Ai piedi di un Sogno di KK (Caterina Costanzo)


Ti respiro Dio,
sono ai piedi della Tua Montagna,
bianca, come l'anima che vive in me,
e sento piano sorvolare cime e onde
di pensieri liberi, come i Tuoi,
che Sei in alto e sempre più vicino.
Il Tuo silenzio parla,
vedo i Tuoi occhi ovunque,
coprire d'immenso e di sorrisi il tempo,
che oggi mi hai donato.
Questo profumo di fresco, che piglia l'istinto
e rende magica l'idea, che ora, adesso,
in quest'istante ho della vita,
dell'Amore, e di Te, che ne Sei parte,
mi porta in alto e mi da pace.
Attraverso la natura, io Ti vedo Dio.
Tu sei nel cielo sopra di me,
e mi accarezzi il volto.
Sei nei disegni di neve e sassi
che scendono tra coste e precipizi.
L'aria tutta è come un suono di cascate,
unite al vento e al sole,che riscalda le pietre,
che più non pesano sopra il mio cuore.
Mi sento libera, son finalmente libera.
Dio, Sei Grande, come il mio sogno.
Sei vero e irraggiungibile come la neve che tocca il sole,
eppure abiti da sempre dentro il mio cuore.
Imparerò a pregare, mi sforzerò.
La preghiera e, il sentimento,
che come il mare, irrompe
e si apre dentro al mio petto,
un giorno porterà,
con un solo fiore,
la verità di questa mia vita,
per sempre unita dentro la Tua.