1939. La diffusione dell'Islam alla vigilia della seconda guerra mondiale. Una retrospettiva su cui riflettere.1

Alla vigilia della seconda guerra mondiale ci si interrogava sullo stato e sul futuro della diffusione dell'Islam. Fra le tante idee vecchie e preconcette, si diceva e si scriveva, "vi è quella che l'Islam sia una religione statica per antonomasia". "Il concetto di fatalismo musulmano, si aggiungeva, genera la convinzione erronea che la massa islamica sia qualcosa di eminentemente apatico, sia pur difficile o quasi impossibile a penetrarsi, ma non pericolosa dal punto di vista offensivo"." La situazione, si sottolineava allora da parte di molti acuti osservatori, è assai diversa". "L'Islam, si percepiva, è in marcia e avanza un po' dovunque, silenziosamente, ma costantemente"." Chi pensasse che storicamente l'Islam vivesse un arretramento geopolitico, si ribadiva, si ingannerebbe". "Oggi (e i tempi non erano certo quelli del nostro oggi), si scriveva, i musulmani avanzano di nuovo alla conquista dell'Europa e del mondo". Una frase emblematica, quella pronunciata dal celebre e controverso monaco russo Rasputin, la dice tutta sulle voci che circolavano in circoli non marginali del primo Novecento: la ripresa dell'espansione dell'Islam avrebbe coinciso con gli ultimi tempi, segnati da terribili prove per l'umanità. Aldilà, comunque, delle fosche profezie di Rasputin, nel 1939 si era consapevoli che i musulmani non usavano più le armi, come in passato, ma sistemi pacifici e insinuanti, e il mondo europeo e americano, ereditariamente cristiano e in via di crescente secolarizzazione laica, si prestava a divenire preda dei propagandisti e dei seguaci di Muhammad:"ogni buon musulmano, infatti, precisavano anche i missionari cattolici e cristiani in genere, è e deva essere un missionario". Già alla fine del XIX secolo, l'Islam avanzava con il suo fascino e le statistiche dell'anno 1900 riportavano che il mondo musulmano aveva a disposizione 200 organi di stampa, nel 1939 di almeno 880. In un commento, non solo di parte cattolica, ma anche laica, si rappresentava quanto fosse opportuno esaminare attentamente i dati di quella che all'epoca veniva vista come un'autentica offensiva quanto più "silenziosa e penetrante". Nel momento in cui, da un lato sorgeva il panarabismo, di taglio certamente laico, nella riunione di Bruxelles, promossa prevalentemente da arabi cristiani, dall'altro l'Islam come religione totalizzante progrediva nel mondo. Si tralascia di citare le cifre di quell'epoca, che interessavano ormai paesi tradizionalmente fuori dell'ecumene islamica, ma una cosa era sicura fin in tempi non sospetti, quando non esistevano ancora le stesse strumentalizzazioni politiche e finanziarie attuali, né si era ancora manifestato in termini macroscopici il fenomeno migratorio: la Mezzaluna cresceva di numero e di importanza nell'arena mondiale, anche sotto la spinta di una allora ancora non chiara re-islamizzazione dell'Islam.- 1 continua-
Casalino Pierluigi, 27.12.2014