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Sartre oggi nel 2014 (Armando editore)

CINQUEW..  ROMA

ROMA - J.P. Sartre L'esistenzialismo è un umanesimo (Armando editore, 2007, 2014). Armando editore (Roma) rilancia l'opera divulgativa e programmatica di Jean Paul Sartre, edita per la prima volta nel lontano 1946. Sartre, celebre autore e guru del secondo Novecento, promotore dell'Esistenzialismo, con Camus e Simone de Beauvoir e il surrealismo stesso, il leader carismatico. Sartre a suo tempo, ha letteralmente tatuato una epoca intera: naturalmente tra luci e ombre, col senno di poi. Certa deriva ideologica comunista e persino maoista (pur anche ad un certo punto quasi sconfessata) tutt'oggi è quasi marcatore chimico dei limiti della stagione esistenzialista: soprattutto in Sartre resta ancora questa macchia; meno evidente invece nei co-protagonisti succitati. Simone de Beuavoir esprime sempre la sana rivoluzione femminile cosiddetta femminista, ma nella grande intellettuale e scrittrice l'ismo sempre contingente: anzi proprio la sua cifra peculiare letteraria oggi disvela dove cercare la vera conoscenza al femminile, dalla Differenza creativa, altro che movimentismi ambigui e reificati soprattutto, al di là del mito che si è fatto positivamente storia e mutazione sociale. Ancor di più un certo Camus, persino piu prossimo al Novecento letterario postniezschiano che all'esegesi vulgata postmarxiana.

Persino la poetica e lo stile, oggi, evidenziano nel post 2000 Camus e la de Beauvoir piu godibili dello stesso Sartre, almeno parzialmente anche in tal senso e per cosi dire, un poco deja vu e meno dirompente. Tuttavia restano – come accennato- il mito e il brevetto: una lettura ora intertestuale e interstiziale, witz inclusi, esaltano attualmente un nuovo Sartre, la sua indubbia autenticità e coraggio nell'agora politico-intellettuale, osò persino, contro certo infame buon senso conformista (anche culturale) rifiutare un Premio Nobel negli anni 60. E in fondo, come già solare nel libro per tutti quasi in questione, l'esistenzialismo fu una rivoluzione incompiuta: con orizzonti che – depurati da certo ideologismo contingente- ne fanno paradossalmente forse, una specie di esistenzialismo elettronico ante litteram: oltre le vette iperboree e poco pragmatiche di Heidegger o della psicanalisi o degli umanesimi stessi liberale e socialista e cattolico. Oltre l'ancora prematuro umanesimo scientifico troppo postpositivista. L'interfaccia centrale anche letterario ne rivela - ad esempio- prospettive utopiche ma già atopiche – per dirla con Franco Rella; un software filosofico pragmatico nuovamente dinamico e vivente, tra la caducità e le lacrime della postmodernità, un sano relativismo critico e paradossalmente disinncantato, diversamente leggero, alla ricerca del Self perduto, contro minimalismo nichilismo e società liquida. Un Homo ludens che gioca con l'Idea ma non – riassumendo- su Marte, ma sulla Terra per l'uomo se non spirito, almeno corpo libero. E mica pochissimo, ci pare, per il caro filosofo e scrittore, altro che Sartron, come fu poi rapidamente liquidato dall'ambiente culturale dai vari Deleuze, Guattari, Derrida, Onfray, A. de Benoist, Cau, ecc, pur invece anche fortemente debitori del migliore Sartre e esistenzialismo.


Roberto Guerra

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