La sua prima raccolta integrale usci già postuma nel 1985, Estate di Elisa Sansovino (Prato Pagano quaderni edizioni); Beppe Salvia fu protagonista della nuova poesia sperimentale italiana di fine secondo novecento e della stessa nuova scuola romana di poesia, storicizzata e presentata poi per Castelvecchi (2005) da Flavia Giacomazzi con Campo di battaglia. Poeti a Roma negli anni '80 (antologia di Prato pagano e Braci), prefazione di Gabriella Sica, Roma. L'opera di Beppe Salvia è stata significativamente ricordata ulteriormente nel testo L'io che brucia, omaggio alla scuola romana di poesia (di G.Furgiuele - L.Inchiappa, Caffè Fandango, Roma 2007).
L' amico stesso Mauro Biuzzi, artista e scrittore contemporaneo e curatore dell'Associazione Moana Pozzi (e del Partito dell'Amore fondato a suo tempo con Moana) così (breve estratto, vedi link per intervento integrale) l'ha celebrato nel 2004/2005, anniversari della nascita e della morte (singolare concidenza junghiana!):
Il giardino d'inverno e l'amica meravigliosa ...."Il mio omaggio a Beppe Salvia: un sito come un giardino d'inverno. La scorsa estate, nel 2004, abbiamo fatto il sito per il decennale della morte di Moana (www.moanamoana.it). Sapevo che, dopo l'inverno, nella primavera del 2005, cadeva anche il ventennale della morte di Beppe. Questa simmetria mi preoccupa da tanto: Beppe e Moana sono come due braccia d'una croce che non posso guardare da lontano, perché per sorte sono io che le tengo unite. Credo che siano la vita e la morte unite dall'amore. Beppe: "Noi proviamo in questa notte a scrivere della vita e della morte" (Il lume accanto allo scrittoio). Che fare? Due miti, solo apparentemente lontani, della stessa generazione: banalmente, quella che incarnò gli anni ottanta del novecento. Per me, che già ne ho pochi, due amori fatali perché persi presto. E con loro perso un tesoro, che a chi, come me, resiste tra mille equivoci, avrebbe dato almeno un'intesa, un punto fermo. Ma grazie a loro ho fatto l'esperienza dell'apostolato, dell'incarnazione del verbo, dello sposalizio mistico, del celibato. Pensare l'amato in cielo tutti i giorni. Vivere senza desiderio. Ricavandone un potente stimolo per la mia vocazione gnomonica, per l'abilità del fondatore: trasformare la pietra dello scandalo in pietra tagliata, il fango in oro, la spada in aratro: "tu sei Pietro e su questa pietra". La solita storia dell'arte"....
Me ne vado vagando e v'assicuro
son duro a sentire ogni loquela
sorda di costoro i potenti;
non valgo nulla e nulla pagherò
di mio all'Eterno.
(Beppe Salvia, L'improvviso editto, 1980)
Roby Guerra
INFO
http://it.wikipedia.org/wiki/Beppe_Salvia
http://www.beppesalvia.it/nota/index.html