Vecchia sinistra sessuofoba: la Madia invece bellissima

Nota di Asino Rosso...  al contrario incredibile gaffe della Vecchia sinistra bacchettona, moralista, multietinica e ovviamente sessuofoba, ancora ferma alla comunicazione 1.0, dopo oltre un secolo di Mass Kulture.  Neppure Famiglia Cristiana - e da un pezzo- da un Bikini anche!- commenterebbe cosi!  Vecchia sinistra che ha rotto le palle per decenni spulciando la vita erotica dell'ex premier persino con le ultime cimici avute in regalo da Moska! E le tarde femministe che fanno sponsor al velo islamico? Piu evolute ormai persino le suore laiche!  E la Madia, invece, semplicemente splendida, dionisiaca 3.0!  E audience alle stelle!

Gli scatti rubati del ministro Marianna Madia mentre mangia un gelato comparsi sulla copertina di "Chi", con il titolo «Ci sa fare col gelato», hanno fatto esplodere l'indignazione in Rete. «Uno schifo», «Vergogna»: sui social network migliaia di cittadini criticano il giornale di Alfonso Signorini. Il web esprime solidarietà al ministro e definisce le due pagine del settimanale «un servizio giornalistico becero».

Tanti i messaggi in difesa della Madia da parte di cittadini e politici: tra chi si dice disgustato e chi ammette di «non aver mai pensato di poter solidarizzare col ministro», in tanti corrono in soccorso del ministro della Pubblica amministrazione. Le critiche al settimanale e al suo direttore, Alfonso Signorini, arrivano anche da chi ammette di non essere mai stato troppo tenero con Madia, ma ritiene «inutilmente offensivo» l'articolo e ricorda il «pessimo gusto» del settimanale, rimarcandone la connotazione sessista.

La solidarietà, espressa su twitter anche dalla senatrice Pd, Laura Puppato, che definisce «perverso e squallido» il servizio di Chi, arriva al ministro attraverso hashtag come #chivergognati o #sequestisonogiornalisti. Solidarietà anche da Giovanna Martelli che esprime solidarietà «per la vergognosa pagina pubblicata dal settimanale Chi». «Ancora una volta - spiega Martelli - ci troviamo di fronte a una informazione che discrimina le donne, dando un'immagine di un Paese arretrato sul tema del riconoscimento delle donne nella vita pubblica».