Romano Bettini e l'altro Islam possibile


Romano Bettini Religione e politica L'ibridazione islamica
(Armando editore, Roma, 2014)

L'Islam è nato come religione a potere temporale, come teocrazia a clero di fatto.. Nel secolo XIX l'impero ottomano ha avviato un processo di liberalizzazione culminato con la fondazione dello Stato turco, a costituzione laica pur se a popolazione islamica. Ma la "primavera araba" del 2011 potrebbe condurre all'imposizione di un modello costituzionale riconosciuto dai suoi credenti come "alternativo" a quello occidentale. La storia dell'Islam viene così considerata dall'Autore come storia di un "sacro esperimento" di ibridazione tra religione e politica, che ha soffocato l'una e l'altra.



Romano Bettini, nato a Roma, docente per decenni di Sociologia del Diritto nella Facoltà di Sociologia all'Università La Sapienza di Roma.



Brillante analisi e esplorazione storico culturale e certamente persino antropologica, oltre il daltonismo mediatico e anche specialistico, ultrabuonista o neoxenofobo prevalente: sull'atomica in certo senso del XXI secolo, ovvero la questione arabo-islamica, periodicamente al centro delle cronache come tristemente noto: dall'eterno conflitto mediorientale, all'11 settembre epocale e le varie guerre del golfo e in Afghanistan.

Come ben si sa dagli storici non banali, una contraddizione emerge in tutto lo scenario dell'Islam:

in sé difficile negare il primato della teocrazia e di un rigidissimo monoteismo fin dal Corano (che però come Vangeli e Bibbie varie va letto anche storicamente e eremenuticamente). D'altra parte non tutto l'Islam è quello tragicamente e criminalmente fondamentalista. Nella storia, come ben evidenziato dall'autore, stagioni ben diverse e anche di almeno relativa dis-armonia pacifica e convivenza con altre religioni e popoli di diversa fede. Non secondari figure luminose culturali e filosofiche come Averroe e Avicenna e altri sempre significante della versione potenzialmente ragionevole aperta e democratica dell'Islam.
In tal senso, più divulgativo, segnaliamo, un poco complementare al saggio ampio dell'autore, la recente esplorazione dello scrittore neofuturistico di Imperia, Pierluigi Casalino (La Carmelina, 2013) Dopo la Primavera Araba. Islam, donne e modernità, aggiornato a certe interessantissime nuove dinamiche diversamente occidentali ed evolute,in particolare- per la scacchiera nord africana, nel Magrheb che conferma appieno, la persistente anche creatività dinamica contemporanea di un altro Islam possibile, finalmente relativistico, libertà sessuale e della donna incluse.
Certo, come accennato, altro Islam "moderno" , persuasivamente espresso dal saggio di Bettini, proprio anche in connessione con la nota Primavera Araba del 2011: oggi forse stinta per le altrettanto note cronache complicazioni e effetti collaterali attualmente in incerta definizione, pure promettente, almeno laddove la storia esita sempre troppo lenta rispetto alle sane utopie, purtroppo, per – come puntualizza specificatamente Bettini, una diversa via arabo islamica alla Democrazia stessa: Non più, come parzialmente errando, s'illude ancora l'Occidente, in certa esportazione e pattern orizzontale, ma in zeitgeist nascenti anche finalmente verticali: per conciliare la necessaria evoluzione laica storicamente di maggiore complessità ed evoluzione, se si vuole, dell'Occidente stesso greco-romano-giudaico.cristiano e poi tecnoscientifico liberale , con gli archetipi ancora in divenire verticali della radice o persino rizoma non più esorcizzabile o colonizzabile della Tradizione arabo e poi islamica, verso una diversa modernità complementare (ANCHE possibile feedback per i residui ibridi occidentali stessi di cui prima, specularmente.)

Il tutto riassumendo, come certo leitmotiv del testo, articolato in costante dialettica storica politica e religosa, per la storia della cultura araba (e islamica), cultura araba per certi aspetti, prima del guru Maometto, persino più "pre scienza" e più "pre laica"di quella parallela occidentale. Dialettica finora quasi sempre negativa che ha frenato l'evoluzione sociale e spirituale nel mondo stesso arabo sia del bisogno di trascendenza sia di quello di libertà (fenomeno peraltro ancora un poco evidente, nello specifico Occidentale, tra spirito laico scientifico e ibridazioni cristiane cattoliche protestanti varie).

Il metodo critico conoscitivo, la frattura forse positiva della famosa Primavera Araba, segnalano tale atopia utopia possibile. Per il bene della Terra...



Roby Guerra



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