PaoIo Giardini: Ferrara e i comandamenti del dodecalogo canino *

I comandamenti del dodecalogo canino *

Nell'articolo di fondo della Nuova Ferrara del 13 Luglio il Direttore del giornale annuncia e auspica per Modonesi, il nostro assessore ai lavori pubblici futili, la candidatura ad una poltrona di governo in Regione. Non è spiegato cosa giustifica la promozione, salvo la vagamente tautologica menzione di una "ineluttabile" eventualità probabilistica, il che può significare l'inutilità di perdere tempo in dietrologie quando inaspettatamente si libera una poltrona appetita da centinaia di aspiranti, roba da fibrillazione di massa nella nomenklatura ferrarese. Ecco perché il Direttore, giudiziosamente, getta acqua sul carico d'incendio indicando Calò, il neo presidente del Consiglio Comunale, per il futuro posto vacante in Giunta, evidenziando la qualità che lo rende idoneo allo scranno assessorile più di altri: il suo essere "portatore di un florido pacchetto di consensi" (gli 809 voti di preferenza ottenuti alle elezioni comunali).
Finalmente è detto in chiaro che i posti apicali si raggiungono a prescindere da esperienze pregresse perché chiunque può gestire i lavori pubblici con somma competenza, se c'è consenso elettorale! E magari riuscire a far impallidire la fama del Modonesi, noto per l'imperturbabilità con cui esordì ai lavori futili, accettando di stravolgere la viabilità del centro storico per asservirla ad un numero micragnoso di telecamere MUSA. Fu il prodromo di leggendarie performance di impassibilità, come, ad esempio, con l'illuminazione radente nella maxi rotonda di San Giorgio, fesseria fuori norma realizzata con fari bassi simili a quelli delle auto (oltre alla realizzazione della deturpante rotonda stessa, quando bastava spegnere i semafori per snellire il traffico); oppure la recente constatazione dell'incompletezza dell'appalto riguardante piazza Trento e Trieste (articolo della Nuova del 28 giugno 2014: "Le sorprese del cantiere si mangiano i risparmi"), che venne tollerata con nonchalance, senza defenestrare chi redige capitolati dimenticando di guardare le planimetrie delle condotte gas e acqua piazzate da Hera sopra fogne esistenti e impedendone l'accesso. A proposito: chi ha deciso, autorizzato e pagato ad Hera quell'astuta analogia col terzo comandamento del dodecalogo canino (caga sempre dove qualcuno può passare)?
Certo che l'allontanare dalla stanza dei bottoni un elemento così, più imperturbabile di Muzio Scevola mentre brucia capitali per lavori futili, appare cosa buona e giusta. Inoltre, appioppandolo alla Regione si otterrebbe più equità distributiva nella produzione di guai pubblici regionali.
Ma i bolognesi, che non dormono in piedi, lasceranno fare? Non si accorgeranno che proponendo un suo candidato il PD di Ferrara sta mutuando l'equivalente del nono comandamento del dodecalogo canino (ulula: crederanno che stai dicendo qualcosa)?

Paolo Giardini

* Il dodecalogo si trova in: "Di tutte le ricchezze" di Stefano Benni