Steve Jobs: nanografie

di Federico Cella
ott
23

Steve Jobs, stralci dalla biografia


Steve Jobs”. Così, semplicemente, si intitola la biografia ufficiale
dell’uomo in girocollo nero che uscirà domani negli Stati Uniti a firma di Walter Isaacson. Molte le anticipazioni date dallo stesso autore e uscite sui giornali. A seguire alcuni passaggi ripresi dalle agenzie di stampa, dalla guerra a Google alla tv di Apple, passando per il rapporto difficile tra Steve J e le donne. Il resto lo si scoprirà a cominciare, appunto, da domani.
IL RIFIUTO DI OPERARSI – Steve Jobs si pentì di non essersi sottoposto subito a un intervento chirurgico e di aver preferito trattamenti medici alternativi per curare il suo cancro al pancreas. “Non volevo che il mio corpo venisse aperto – ha raccontato al suo biografo ufficiale, Walter Isaacson – non volevo in nessun modo essere violato”. Jobs fece passare nove mesi prima di sottoporsi all’operazione chirurgica, nonostante le pressioni di familiari e amici, ha precisato Isaacson in un’intervista alla Cbs trasmessa domenica. Jobs fece sapere nell’agosto 2004 di essersi sottoposto all’intervento per rimuovere il tumore, che gli era stato diagnosticato alla fine del 2003. “Cercò di curarlo con una dieta, andò da una guida spirituale, ricorse al macrobiotico e non si fece operare – ha raccontato il biografo – voleva parlarne, di quanto si fosse pentito. Credo sapesse che avrebbe dovuto operarsi prima”. Le parole del biografo sembrano così confermare quanto sostenuto nelle scorse settimane da un oncologo di Harvard, Ramzi Amri, secondo cui il co-fondatore di Apple sarebbe ancora vivo se non avesse rifiutato le cure mediche tradizionali, perché la sua forma tumorale raramente porta alla morte. “Appare legittimo supporre – ha scritto il medico sul forum Quora – che la scelta di Jobs per le cure mediche alternative lo abbia condotto a una morte prematura”.
 
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