Convegno sulle vittime del Terrorismo: Sgarbi attacca i mandanti morali e intellettuali dell'omicidio Calabresi
Roma, giovedì 27 ottobre 2011
La polemica di Vittorio Sgarbi sui mandanti «morali» dell’omicidio Calabresi al convegno sulle vittime del terrorismo
«Per la morte di Pinelli responsabilità morali non solo di Sofri, ma anche di quegli intellettuali vigliacchi che firmarono il manifesto contro il Commissario Calabresi»
ROMA
«Se quella di Adriano Sofri per la morte del Commissario Luigi Calabresi è una responsabilità morale, è pur sempre una responsabilità. Un poliziotto è stato ucciso. Tuttavia, se è vero che Sofri ha ordinato quell’omicidio, non possiamo dimenticare che dietro quella morte c’è un elenco di 800 uomini di pensiero, intellettuali, che vanno da Umberto Eco a Giorgio Bocca, da Eugenio Scalfari a Bernardo Bertolucci, da Vittorio Ripa di Meana a Camilla Cederna, firmatari di un appello contro Calabresi ritenenuto responsabile della morte dall’anarchico Pinelli.
L’odio contro Calabresi, che questi intellettuali vigliaccchi hanno alimentato, ha portato alla sua morte. Nulla è peggio di un intellettuale. L’intellettuale, salvo che non abbia un pensiero forte e autonomo, è uno che si fortifica con il pensiero degli altri. Quindi firmano appelli. E nel 1972 crearonO il mostro Calabresi. Mi chiedo allora: è colpevole solo chi ha compiuto l’atto fanatico finale o la cultura che lo ha legittimato ?»E’ stato questo l’interrogativo posto da Vittorio Sgarbi nei giorni scorsi a Salerno al convegno internazionale sul terrorismo politico, al quale hanno preso parte numerosi familiari delle vittime oltre a numerosi esponenti politici e istituzionali, alcuni provenienti da altri paesi europei.
Adesso le parole del critico d’arte e sindaco di Salemi riaccendono il dibattito su quegli anni.
«Abbiamo-ha aggiunto Vittorio Sgarbi - un assassino-eroe, Adriano Sofri, che viene sui nostri giornali guardato come un intellettuale di grande spessore. Viene osservato con grande rispetto sia a sinistra sia a destra. Da alcuni è considerato innocente, ma è stato condannato per avere ucciso il Commissario di Polizia Luigi Calabresi. Nella sua figura vi è una profonda contraddizione: Sofri è un terrorista, un assassino o un uomo di pensiero ?
Uno che è un assassino acclarato, dopo diversi gradi di giudizio, e che scrive anche sulla prima pagina di "Repubblica", considerato un maître à peinser, un grande intellettuale, è dunque un omicida o un intellettuale ? Vittorio Sgarbi, rivolto agli oltre 200 studenti provenienti da tutta Italia, ha concluso il suo intervento con queste parole:
«ll terrorismo è stato ed è una grande tragedia, perché la vittima del terrorismo non è in guerra contro nessuno: è questa la differenza tra chi si esalta per l’ideologia e chi patisce per l’ideologia. La vittima non è un nemico ma uno che patisce un ‘ideologia sbagliata. Il terrorismo non è solo l ‘azione criminale di violenti e basta; è la conseguenza di una ideologia malata.
Credo che il male si batte con la ragione e con un'altra cosa: l’autonomia di pensiero. Usate la vostra testa ogni volta, non fatevi prendere da appelli da contagi o dal fatto che lo fanno tutti. Io per tutta la vita ho cercato di fare il bastian contrario, per carattere, forse per instinto, e perché non mi piacciono le verità confezionate dagli altri. Mantenete la vostra autonomia, guardate le cose con i vostri occhi. E se in questi giorni vi fa pena guardare le immagini di Gheddafi e del suo corpo lacerato, è giusto che vi faccia pena, perché dietro ogni criminale vi è innanzitutto un uomo»
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http://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_Calabresi#L.27appello_pubblicato_su_L.27Espresso